“Io e lei a un problema troviamo una soluzione, Marcus ne trova almeno due. In campo e nella vita di tutti i giorni”. Albert Cartier è l’allenatore che ha lanciato con continuità nel grande calcio Thuram al Sochaux. L’esperto mister – in esclusvia per FcInterNews – ricorda così l’attuale attaccante dei nerazzurri: “Ha iniziato come esterno d’attacco, non come punta centrale, anche se si capiva già allora come gli piacesse ricoprire anche quel ruolo. Noi giocavamo col 4-2-3-1, quindi era perfetto nei tre dietro il centravanti per sfruttare la sua velocità nell’uno contro uno”.

Che tipo di ragazzo è?
“Solare. Sorride sempre. Non è cattivo, una brava persona. Per lui va sempre tutto bene. Prende le cose così, come arrivano. Non sente mai la pressione. Pensi che una volta, in Coppa di Francia, calciò l’ultimo rigore, quello decisivo, contro il PSG, in giovanissima età, senza farsi alcun problema. Ovviamente segnò e permise alla squadra di passare il turno. Possiede una sicurezza naturale che lo aiuta in tutto. Aveva già fatto lo stesso in Coppa Gambardella, una competizione giovanile in cui si era distinto”.

Non fa pesare l’essere il figlio di Lilian?
“Assolutamente. Lui ha la sua vita e vorrà la sua carriera. Poi Lilian lo segue, ma per il suo bene. Quando era a Sochaux col papà ci sentivano una volta al mese e ci vedevamo per pranzo ogni tre mesi. Lui si occupa tanto dei figli, professionalmente parlando. Per Marcus è stato fondamentale il passaggio in Germania. Lì è diventato uomo. Fosse andato subito in Italia avrebbe avuto problemi, soprattutto in un club importante come quello nerazzurro, invece così ha alzato il suo livello nel tempo ed è arrivato prontissimo per vestire la maglia dell’Inter”.

Cosa le ha insegnato di cui va fiero?
“Nelle giovanili del Sochaux non difendeva mai. Si fermava e non rincorreva gli avversari. Forse alcuni allenatori avevano quasi paura a riprenderlo su questo aspetto. Con Marcus abbiamo lavorato tanto nei movimenti senza palla. Poi un giorno venne convocato in Under 21. Ricevetti successivamente la chiama del ct di allora che mi disse: ‘Grazie Albert, Marcus Thuram è quello che difende meglio nella mia squadra’. Il ragazzo ha capito l’importanza di questo aspetto”.

È anche un grande uomo assist.
“Assolutamente. Io lo vedo meglio in questo particolare, piuttosto che in quello di goleador. Attenzione però, potrà ancora migliorare”.

Si aspettava potesse arrivare in una squadra come l’Inter?
“Assolutamente. Proprio perché ha fatto i passaggi giusti, il lavoro al Borussia Moenchengladbach è stato fondamentale”.

C’è un aneddoto fuori dal calcio che vi riguarda?
“Una volta venne all’allenamento e mi disse di aver acquistato un cane. Il problema era che viveva da solo, quindi gli domandai come avrebbe fatto quando sarebbe stato via per le varie partite. Mi rispose col sorriso: “Mister, veramente non ci ho pensato. Ma adesso aggiustiamo tutto”. Alla fine si mise d’accordo con un suo amico delle giovanili et voilà, tutto risolto (ride, ndr). È un ragazzo così, trova sempre la soluzione, in campo e fuori. Non è un fenomeno, ma qualcuno che sa sempre cavarsela col sorriso”.

Sezione: Esclusive / Data: Ven 01 dicembre 2023 alle 16:28
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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