Anno zero doveva essere, anno zero è. Almeno in sede di campagna acquisti. Rispetto alle ultime due sessioni estive, l’Inter ha mosso e non poco le proprie acque, definendo così il nuovo corso. Avviato dal punto di vista dirigenziale, è proseguito anche sul mercato, che nei mesi di luglio e agosto ha quasi stravolto la rosa a disposizione di Stramaccioni. Diverse le trattative portate avanti e non concluse (vedi Isla, Destro, Lucas…), certamente meno di quelle accreditate ai nerazzurri dai media. Numerose invece le operazioni completate felicemente, che parallelamente alle cessioni/risoluzioni contrattuali hanno imbastito una rosa sulla carta completa e, sicuramente, funzionale, con tanti giocatori che fanno della duttilità un loro punto di forza.
SOLO LA JUVE MEGLIO - Se chiedessimo oggi a Stramaccioni se si ritiene soddisfatto per la campagna acquisti interista, il mister non avrebbe dubbi: sì. Certo, ha dovuto cambiare modulo in corsa per mancanza di ali d’attacco, ma di paracadute ne ha ricevuti. E, al fianco della dirigenza, ha indicato le linee guida della squadra che il 1° settembre avrebbe voluto a disposizione. Diciamo la verità, il calcio italiano non poteva permettersi grossi investimenti rispetto alle potenze estere. Inevitabile dunque non attendersi colpi a effetto, ma operazioni intelligenti e funzionali alle necessità dell’allenatore. Solo la Juventus, in teoria, ha fatto meglio dell’Inter sul mercato, anche se alla fin fine ha migliorato la propria rosa soprattutto dal punto di vista quantitativo. Di fenomeni, in altre parole, non ne sono arrivati. Bene anche Roma e Napoli, mentre il Milan ha pensato soprattutto ha tappare i buchi lasciati dalle pesanti partenze.
I BOTTI DOPO LE PERPLESSITA’ - Complessivamente, dunque, alla luce del contesto finanziario in cui si è svolta la campagna acquisti nerazzurra merita un 7 in pagella. Si è divisa in due fasi, intercalate da un periodo di stanca e inutile rincorsa a Lucas che ha alimentato il malumore della piazza. Ma dopo i botti iniziali (Handanovic, Palacio, Silvestre e Mudingayi), la dirigenza ha accelerato portando a Milano Cassano, Gargano e Pereira, gente non certo di basso profilo il cui arrivo, oltre ad abbassare il monte ingaggi, ha aggiunto qualità ed entusiasmo a un gruppo piuttosto stanco, reduce da una pessima stagione. Inoltre, sono tornati Coutinho, Jonathan e Mariga, con l’ex Vasco da Gama che sta guadagnando grande credibilità agli occhi di tutto l’ambiente ed è a tutti gli effetti un prezioso acquisto.
MENO SPESE, MA L’ATTACCANTE… - Unica pecca il mancato arrivo di un vice Milito, che sarebbe servito e sguarnisce un po’ il reparto, ma Strama cercherà di far di necessità virtù, confidando anche nello stato di forma di capitan Zanetti che dovrà colmare il vuoto lasciato da Maicon. In attesa di gennaio, il mese di Paulinho, prenotato dopo un pressing asfissiante sul Corinthians. Va aggiunto, e non è roba da poco, che l’Inter è riuscita a limitare le spese alla voce ‘arrivi’: si pensi che l’operazione più esosa è stata il riscatto di Guarin (altro grande colpo, considerato il valore del giocatore), leggermente più costoso del cash da versare sempre al Porto per Pereira e della cifra sborsata per convincere Preziosi a rinunciare a Palacio, altro acquisto da non sottovalutare considerando i primi impatti con la nuova realtà.
CIAO AI GROSSI CALIBRI - Aria pulita per il bilancio (Fantantonio è la new entry che guadagna di più: 3 milioni di euro), forze fresche e motivate per l’allenatore, che rispetto alla rosa guidata da marzo scorso ha perso grossi calibri come Lucio, Julio Cesar, Maicon (con la sensazione della svendita), Cordoba, Forlan e Pazzini (ingaggi piuttosto elevati ed età media decisamente alta), oltre ai giovani Longo (prestito per farsi le ossa in Spagna), Faraoni (comproprietà con l'Udinese) e Castaignos, per il quale il club ha realizzato un’interessante plusvalenza (idem per Pandev, definitivo al Napoli).
ORA TOCCA A STRAMA - Si è detto addio ad alcuni reduci del Triplete, una delusione dal punto di vista umano e sentimentale, una netta rottura con il passato, ma necessaria per ripartire con altro spirito scrollandosi di dosso ingaggi molto pesanti e fantasmi del passato. Anno zero, dunque, con una squadra decisamente rinnovata, un bilancio meno in rosso e una filosofia di calcio ben definita, decisamente diversa rispetto alle abitudini nerazzurre. Nella speranza che sul campo porti grandi soddisfazioni e legittimi tutta la strategia di mercato attuata dalla società di Corso Vittorio Emanuele che, considerando il passato, sulla carta ha lavorato decisamente meglio. Forse perché costretta a riscattare gli errori del passato.
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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