Ospite insieme a Beppe Marotta dell’evento ‘Il Foglio a San Siro’, il Ceo dell’Inter Alessandro Antonello è tornato a parlare della questione del nuovo stadio per Milano.“I due club stanno lavorando sul nuovo progetto. Do qualche dato a livello internazionale: negli ultimi 10 anni in Europa sono stati investiti miliardi di euro negli stadi nuovi in diversi Paesi, in Italia non possiamo rimanere indietro. Ci sono progetti già avanzati, ci auguriamo che al di là degli intoppi burocratici si possa sbloccare questa situazione che può dare beneficio al nostro Paese. Le infrastrutture possono fare crescere il Paese”.

C’è delusione per questa resistenza della città di Milano?
“Da un punto di vista tecnico, siamo in attesa che l’amministrazione comunale nomini il responsabile del dibattito pubblico. Il processo dovrebbe concludersi a inizio maggio, noi stiamo lavorando per integrare il progetto del 2019 con uno studio di fattibilità di mille pagine in quanto il Comune ha chiesto una rettifica degli indici volumetrici. I club hanno seguito le richieste dell’amministrazione e si sono adeguati nonostante ci sia una legge sugli stadi che consentirebbe indici più alti. I club hanno ascoltato le richieste della città e si sono messi a disposizione per rivedere il progetto iniziale. Però i club sono proponenti del progetto, sarà il Comune a dire se il progetto piace o no. Siamo partiti oltre mille giorni fa con tanto entusiasmo, ora c’è un po’ di delusione: Milano è sempre stata sinonimo di efficienza, ora ci sono difficoltà politiche ma Inter e Milan vogliono dare una visione moderna e continuare a dare lustro alla città con un impianto che possa tenere il passo con gli impianti europei”.

C’è un termine che vi siete dati?
“Noi abbiamo dichiarato che non c’è un’esclusiva su San Siro. L’urgenza è avere uno stadio nel più breve tempo possibile. Non c’è un termine perentorio ma valutiamo altre opzioni e i termini di fattibilità di queste. Aspettiamo che si chiarisca il dibattito pubblico e poi decideremo”.

Potete fare il punto della situazione dal punto di vista del club?
“L’Inter si impegnerà sempre su questo progetto. Quando si tratta di infrastrutture da realizzare in tempi lunghi, è normale pensare che possa esserci un cambio di proprietà. Può succedere ovunque, ma non è per questo che si può pensare ad abbandonare una struttura. Questo è un progetto strategico, che si realizzerà in project financing, che serve per la competitività a livello europeo. Nessuna ingerenza sopra di noi a livello di azionisti potrà interferire”.

Sull’idea di andare lontano da Milano, ci state pensando davvero?
“L’ipotesi B esiste e deve esistere con progetti di questo tipo. Qui la burocrazia non aiuta e gli investitori hanno bisogno di tempi e certezze. L’opzione primaria era un nuovo San Siro a San Siro, ora la priorità è avere lo stadio nel minor tempo possibile. Bisogna avere un nuovo impianto che ci permetta di accelerare sui ricavi, ma non solo: dobbiamo portare qualcosa di più alla cittadinanza. Se ci confrontiamo con tanti stadi moderni, le sale per eventi sono tante. Valutiamo opzioni alternative nell’interesse dei club”.

Cosa sarà San Siro senza Inter e Milan?
“San Siro è San Siro per i successi dei club che lo hanno reso prestigioso. Quando ci sarà una nuova struttura, però, diventerà altrettanto iconica perché i club ci giocheranno e vinceranno. I tempi sono la chiave di volta”.

Siete sempre andati d’accordo su questo tema, come club. Andrete avanti uniti?
“Sul lato Inter direi di sì. Non ci sono mai stati dubbi sull’avere uno stadio in comune. Penso che siamo un unicum in Europa in termini di capacità di gestione in comune, ci dividono gli obiettivi sportivi”.

Un derby per inaugurare il nuovo stadio?
“Sarà molto interessante inaugurare lo stadio nuovo con un’amichevole tra di noi”.

La resistenza di Sala è dovuta anche dal pensiero di non voler passare come il sindaco che ha dismesso il Meazza?
“Io penso che i sindaci all’estero vogliano essere ricordati per quello che hanno fatto, si fregiano del fatto di aver voluto effettuare grandi opere. Andrebbe chiesto a Sala, è una domanda difficile”.

Mai preso in considerazione il progetto di abbattimento del terzo anello per creare l'area hospitality?
“Siamo partiti pensando alla ristrutturazione di San Siro, gli studi ci hanno dimostrato che era molto difficile. Due squadre giocano nello stadio e avrebbero dovuto spostarsi in un’altra location, pensate cosa voleva dire trovare una sede nel raggio di 100 km per ospitare le due tifoserie. San Siro, poi, soffre i suoi novant’anni: i tre anelli sono scollegati tra loro, ci sono elementi architettonici difficilissimi da sistemare. Anche la natura della ristrutturazione sarebbe difficile, senza dimenticare i mancati ricavi. Sull’ospitalità al terzo anello, ci sono problemi strutturali da approfondire”.

Sulla posizione del club in merito alle diatribe Lega-FIGC
“Io penso che il tema della sostenibilità sia molto importante, il nuovo presidente della Lega sta lavorando in merito”.

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 28 aprile 2022 alle 15:25 / Fonte: Dall'inviato a San Siro
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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