Francesco Acerbi, difensore nerazzurro, ha rilasciato un'intervista ai microfoni di DAZN in vista della ripresa del campionato dopo la sosta per le nazionali. "Se avessi una testa normale come quella di adesso avrei giocato già a 18 anni in Serie A in una grande squadra - esordisce -. Non per vantarmi. Se non avessi avuto la malattia, a 29 anni giocavo con tutto il rispetto in Serie B e ora nemmeno più a calcio. Questo è garantito. Grazie a Dio questo mi ha dato la ripartenza e quindi posso solo dire grazie".

Il mese di aprile sarà decisivo per l'Inter. Come lo puoi definire?
"Non vedi l'ora, anche se c'è un po' paura che ti mette però adrenalina nello stesso tempo. In Champions possiamo arrivare in finale, sono partite da dentro o fuori. Ovviamente nello spogliatoio una chiacchierata ce la siamo fatta. Te la devi giocare. Il Benfica è fortissimo, però è alla nostra portata e per noi è importante passare il turno. C'è anche il campionato che però non ci fa stare tranquilli".

La tua speranza per il futuro qual è?
"La speranza è quella di rimanere all'Inter. Non so niente, non mi interessa nulla. Mi aspettano due mesi importanti, cerco di fare solo il mio meglio. Quello che succederà succederà. Mi trovo benissimo all'Inter, se dipendesse da me rimarrei qui senza problemi. Non aspetto però tanto, non voglio mettere fretta. La dirigenza lo sa".

Troppe critiche alla squadra?
"Penso sia giusto dire le cose positive, come la Supercoppa o i quarti di finale di Champions raggiunti. Puoi anche riuscire ad andare in semifinale. Sono tutte partite alla nostra portata. Bisogna dare i meriti che si dimenticano sempre, bisogna però guardare anche l'altra parte. Abbiamo avuto troppi alti e bassi in campionato. Sono onesto, potevamo avere 10, 11 o 12 punti in più in classifica".

Il gol di Kostic in Juventus-Inter?
"Viziato dalla mano. Niente scuse però, hanno interpretato meglio la gara. Hanno vinto meritatamente, magari non facevano mai gol però erano più convinti ed equilibrati in campo. Questo episodio può essere uno stimolo per la semifinale di Coppa Italia".

Il gol di testa contro il Parma?
"Ero in corsa, ce l'avevo sulla testa e l'ho colpita d'istinto. Io e Buffon abbiamo riso"

Ti aspettavo un rendimento così alto?
"Ho avuto sempre buone stagioni. Conosco i miei punti di forza, posso ancora fare meglio. Alla fine però sono i risultati che contano, vediamo come finisce la stagione".

Inzaghi è per te un fratello maggiore?
"Non sono quel calciatore che si lega al mister. Il mister è il mister. Lo saluto, lo rispetto, lo apprezzo perché mi ha voluto alla Lazio e all'Inter. Il mister deve fare le sue scelte e bisogna rispettare le sue scelte. Ci vuole una distanza definita".

Il mio primo idolo?
"Weah a 7 anni. Da piccolo ero attaccante, poi è arrivato Nesta".

Il compagno più acculturato?
"Darmian".

Lo stadio più bello dove ho giocato?
"San Siro".

Gli ultimi minuti contro il Porto?
"E' stata la partita più sofferta. Nel finale c'era tanta paura, la palla arrivava da tutte le parti. Menomale che c'era Dumfries sulla linea, l'ho ringraziato e lì ho capito che la portavamo a casa. L'ho vista dentro, poi ho visto lui. Ci stavano schiacciando".

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 30 marzo 2023 alle 20:42
Autore: Raffaele Caruso
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