Giovanni Carnevali, amministratore delegato del Sassuolo, parla a Radio Tv Serie A del rapporto con Beppe Marotta. "Con lui sarebbe fantastico riprendere a lavorare, ma abbiamo due ruoli abbastanza simili. Dipende anche da cosa farà lui in futuro. Può darsi, mai dire mai. Mi piacerebbe, da lui c'è sempre da imparare. Lui presidente Figc? Oltre che un grande manager è un grande politico, potrebbe essere perfetto perché conosce le nostre problematiche. Ha tutte le capacità per poter fare qualsiasi ruolo".

Nel corso dell'intervista Carnevali ammette di aver avuto proposte da una delle tre grandi d'Italia (Juventus, Milan e Inter) anche se non specifica quale. "Quando mi sono arrivate delle proposte sia il patron Squinzi che sua moglie non stavano bene, non me la sono sentita. Proposte da uno di questi tre club? Può essere, ma piuttosto che dire una bugia non rispondo...".

L'ad del Sassuolo racconta di essere stato anche un tifoso dei nerazzurri. "La passione per il calcio? Arriva da mio papà, un grande appassionato. Quando ero piccolo mi portava sempre a vedere l’Inter, era tifoso: così mi sono innamorato di questo sport, sognando di fare qualcosa di bello in tale ambito". Con la Milanese Calcio inizia invece il percorso di dirigente. "Abbiamo vinto un campionato con la categoria dei giovanissimi, di 18 ragazzi sono riuscito a vederne 17: solo uno non aveva ricevuto l’interesse dei club, tutte le altre cessioni sono state fatte a club grandi, medi e piccoli. Questo mi ha anche permesso un giorno di incontrare Giuseppe Marotta, con cui è iniziato un nuovo tipo di rapporto".

"Un giorno - prosegue - mi chiamò appena arrivato al Calcio Monza, aveva acquistato due ragazzi dalla nostra società. Andai a Monzello e con lui è nato subito un bel feeling, lo conoscevo come dirigente e lui mi conosceva come giocatore. Una delle prime cose che gli dissi fu: “dei due ragazzi che avete preso ce n’erano di più forti, ma è rimasto un giocatore che è il più bravo di tutti”. Era il diciottesimo che nessuno aveva scelto, Marotta mi diede fiducia e lo prese. Io gli risposi: “Direttore, questo glielo regalo”. Quel ragazzo fu poi l’unico ad arrivare in Serie A: Fabio Cinetti. Da lì è iniziato un rapporto di fiducia, è stato un maestro. C’è sempre stata grande stima, abbiamo lavorato insieme in diverse squadre. Ho imparato tanto da lui, dal punto di vista sportivo ma anche gestionale e di marketing. Il nostro è un rapporto di amicizia ma anche di litigi durante le trattative, perché poi ognuno fa gli interessi del proprio club. È capitato di litigare, parlando di giocatori ambiti da altre società per i quali si discuteva e non si riusciva a trovare un accordo. Se abbiamo mai litigato per Domenico Berardi? C’è stato un interesse per il giocatore quando Marotta era alla Juventus, avevamo trovato un accordo ma Berardi fece una scelta diversa".

Sezione: Focus / Data: Gio 14 marzo 2024 alle 10:20
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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