Filippo Antonelli, direttore sportivo del Venezia con un passato recente al Monza, ripercorre ai microfoni della Gazzetta dello Sport la scoperta di Carlos Augusto, portato da lui in Brianza dal Brasile prima che spiccasse il volo verso l'Inter: "Parliamo di marzo 2020, piena pandemia, tutti chiusi in casa, così iniziai a guardare dozzine di video. Un amico mi indirizzò sul Corinthians. Appena vidi qualcosa di Carlos, iniziai a cercare informazioni sul suo cartellino. E infatti scopriì che piaceva ad alcuni club italiani, tra cui la Roma. Chiamai Gianluca Petrachi che mi disse che essendo extracomunitario, per loro non c’era posto. Da lì iniziai a seguirlo con più continuità nei mesi successivi, alla ripresa dei campionati. Una, due, tre partite, alla quarta ho iniziato a fare le prime telefonate per capire come riuscire a prenderlo per il 2020-21. A fine stagione, infatti, centrammo la promozione in B".

Cosa la colpì di lui? 
“La capacità di andare in avanti e chiudere l’azione, senza contare l’attenzione difensiva. E’ un giocatore completo. In più, ha sempre avuto chiaro il suo percorso. A Monza ha fatto l’esterno basso di una difesa a quattro, il braccetto e il quinto a sinistra. Lui nasce come ala offensiva, si è costruito piano piano e con il lavoro. Ripeto, sono fiero di lui”. 

Palladino l’ha migliorato in via definitiva. 
“Sì, anche se con Stroppa fu devastante durante tutti i playoff. Raffaele l’ha consacrato”.  

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Sezione: Focus / Data: Dom 15 ottobre 2023 alle 18:20
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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