Francesco Moriero, allenatore del Grosseto, ripercorre per La Tribù del Calcio i suoi trascorsi in nerazzurro: “Era il 1997, da svincolato avevo firmato per il Milan, poi chiamò Sandro Mazzola che mi chiese se volevo andare all’Inter. In quel momento c’era Ronaldo, il più forte di tutti. Arrivai come quarta scelta perché all’epoca c’era Javier Zanetti ma accettai la sfida”. Sul gesto dell’esultanza dello sciuscià ribadisce: “Lo inventai spontaneamente, come segno di rispetto per quanto fatto quel giorno da Alvaro Recoba, che segnò due gol incredibili col Brescia”.

Ricordi di una squadra fortissima: “Sapevo dove fossero Ivan Zamorano e Ronaldo, e riuscivo sempre a dare loro palloni vincenti; poi a volte davo di matto e segnavo. Una volta dovevo uscire per fare spazio a Cauet, Simoni insisteva ma io decisi di fare qualcosa prima di uscire, e inventai un gran gol. La rovesciata contro lo Neuchatel? Sì, ma quella me la sono pensata il giorno prima”. Ma una stagione, quel 1997-98, chiusa nel modo più amaro: “Eravamo primi, poi ci furono degli episodi dubbi. Poi noi perdemmo qualche partita di troppo, ma ci furono quei gol, mezzi gol, episodi a favore della Juventus. Senza nulla togliere a loro, ma quel campionato per me l’ha vinto l’Inter, per il gioco espresso e il valore dei giocatori”. Su Ronaldo: “Era un grande, ricordo a Mosca a -13°: negli spogliatoi lui e Gigi Simoni fecero una scommessa, e lì fece vedere tutta la sua grandezza con due gol incredibili”. Moriero lanciò Ronie nella finale di Parigi al momento del terzo gol: “Lo vidi, pensai: ‘Se gliela do sa dove andare’ e così fu”. Un ricordo anche di Taribo West: “Era la simpatia fatta persona. Negli spogliatoi prima della partita ci faceva mettere in cerchio e cantava; cantavamo sempre anche nel pullman, eravamo consapevoli di essere forti”.

Sezione: Ex nerazzurri / Data: Dom 21 aprile 2013 alle 05:30 / Fonte: Premium Calcio
Autore: Christian Liotta
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