Una carriera che sembrava in ascesa, poi il crollo dovuto agli infortuni, ma anche a quelle che lui stesso definisce "cattive abitudini", e il dover ricominciare con una nuova vita. Oggi Fabio Macellari ha 48 anni e al Corriere della Sera parla della sua vita attuale e dei rimorsi pensando al passato: "Tornassi indietro certe stupidaggini non le farei. Quando sei giovane non ti rendi conto della fortuna che hai perché guadagni tanto e pensi solo a divertirti. Quando smetti di giocare, i soldi finiscono subito perché sei abituato a un certo stile di vita. L’infortunio al ginocchio mi ha mandato in depressione, ho provato a rialzarmi ma niente. Ho cominciato con la droga, poi l’alcol. Ho toccato il fondo ed ero senza un soldo. E da lì o muori o riparti da zero, io ce l’ho fatta. Colpa del calcio? Ma no, anzi. Per quello che ho visto dopo, il calcio è tra i mondi migliori. Sono stato io che ho avuto atteggiamenti sbagliati: se avessi avuto la testa avrei fatto altri 10 anni, pure con la Nazionale. Però sa cosa le dico? Se potessi tornare indietro rifarei quasi tutto. Se avessi preso altre decisioni non avrei avuto mio figlio, e quello è stato il gol che ti cambia la vita". 

Macellari in carriera vanta anche un'esperienza non certo positiva con l'Inter nella stagione 2000-2001: "Tifo per tutte le squadre dove ho giocato, con una simpatia in più per l’Inter che mi è rimasta nel cuore. L’Inter è stato un sogno durato poco. Uscito di scena Marcello Lippi, l’allenatore che mi aveva voluto, sono gradualmente scomparso. Un po’ per colpa mia, un po’ per la scarsa fiducia della società e del nuovo tecnico Marco Tardelli. È facile bruciarsi nell’Inter. Quando una squadra cambia ogni anno troppi giocatori, fatalmente qualcuno si smarrisce lungo il percorso. Ma sono ancora legato a quei colori".

Sezione: Ex nerazzurri / Data: Mar 28 marzo 2023 alle 21:59
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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