L'Inter a Napoli per consolidare il suo predominio in Italia, la Juventus di Pirlo a Bergamo contro l'Atalanta... Argomenti cari ad Adelio Moro, ex nerazzurro all'Inter ma anche e soprattutto all'Atalanta, ma anche l'allenatore che fece esordire Pirlo in Serie A con il Brescia, dal quale fu acquistato dall'Inter di Massimo Moratti che "lo aveva definito il suo rammarico più grande. Penso che sia stato davvero un errore enorme. Gli allenatori che ha avuto a Milano non l'hanno capito", come ricorda Moro alla Gazzetta dello Sport. Dove senza pensarci troppo fa un giudizio degli attuali tecnici di Serie A: "Gasperini e Conte sono i migliori in Italia. Di Gian Piero mi piace come riesce a farsi capire dai suoi giocatori, come riesce a far assorbire le sue idee. E non è facile per la sua idea di calcio, fidatevi... Il suo uno-contro-uno a tutto campo è dispendioso, lo facevamo all'Inter con Helenio Herrera".

Come ha fatto a non sbagliare mai (rigori, ndr) in A?
"Bisogna guardare il portiere e non la palla. La palla è ferma, chi si muove è il portiere. E bisogna calciare di piatto, quello forte però, alla Lukaku. Quante ore da giovane ho trascorso a vedere Savoldi batterli. Ma gli insegnamenti più importanti li ho ricevuti da un'altra persona".

Da chi?
"Da Giacinto Facchetti. Mi ha insegnato a vivere, a diventare uomo. Vivevamo vicini a Treviglio e in 40' raggiungevamo Appiano Gentile. Lo passavo a prendere e andavamo ad allenarci. Mi manca...".

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Sezione: Ex nerazzurri / Data: Gio 15 aprile 2021 alle 01:30
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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