Grintoso e determinato in campo, educato e posato fuori dal verde. Giovane brillante dalle speranze più che rosee. Riccardo Boscolo Chio, dopo la trafila nelle giovanili nerazzurre, da questa stagione sta vivendo la prima esperienza da protagonista in prestito all’Imolese. E in esclusiva per FcInterNews racconta obiettivi e sogni, personali e di squadra: “Per il momento sta andando bene, mi trovo bene con i compagni, con l’allenatore e con tutto l’ambiente – esordisce il ragazzo di Chioggia -. Vogliamo raggiungere la salvezza il prima possibile, puntiamo a non disputare i play out. Io devo crescere, innanzitutto cercherò di conquistarmi il posto da titolare, di segnare e di dare un contributo importante. Così per i prossimi anni potrò salire di categoria”

Quattro presenze e un assist, un inizio incoraggiante.
“Sì, sono stato anche fortunato nell’assistere il mio compagno di squadra, ero lì davanti e ho fatto quello che dovevo”.

Chi le dà maggiori consigli?
“La rosa è molto giovane, ma i giocatori più esperti che ci aiutano ci sono, vedi il capitano Rossi, Rinaldi, Stanco. Avevo varie proposte dalla Lega Pro, l’Imolese è quella giusta per maturare e migliorare”.

Che differenza c’è tra la Lega Pro e la Primavera?
“Adesso si sente di più la partita, o meglio: pesano di più i tre punti, c’è una pressione differente. Non c’è tanta diversità nell’aspetto qualitativo, perché il campionato Primavera merita. È l’atmosfera che cambia, vai a giocare in stadi con molti più tifosi e si sente”.

Sente ancora qualcuno dell’Inter Primavera?
“Casadei e Oristanio, ma sono rimasto in contatto con tutti”.

Un’adolescenza nerazzurra per lei.
“Sono arrivato a Milano a 14 anni, ho fatto tutta la trafila dall’Under 15 alla Primavera. Quando sei all’Inter diventa la tua seconda famiglia. Dal primo all’ultimo giorno mi sono trovato benissimo”.

L’Inter Primavera sta ottenendo risultati positivi da molte annate. Per un giovane che indossa tale casacca, è un compito più difficile rispetto ad altri della stessa età il dover mantenere alta la tradizione?
“Ti allena la mentalità. Sai che sei lì per vincere. E serve per abituarti a voler sempre cercare di aver la meglio dei tuoi avversari”.

Con molti ragazzi della Primavera ha condiviso anche la maglia delle Under Azzurre.
“Sì, con Pirola, Esposito, Bonfanti, Oristanio e Moretti. Trovarsi in Nazionale un compagno di squadra è comodo. Lo conosci di più e non devi trovare l’intesa. A livello internazionale abbiamo raggiunto buoni risultati, nel mondiale giovanile disputato siamo usciti contro il Brasile, che poi ha vinto la competizione”.

Cosa si prova a giocare Italia-Brasile?
“Una bella emozione, quel torneo è stata una delle più belle esperienze personali a livello calcistico. Abbiamo affrontato giocatori che già allora facevano la differenza, come Kaio Jorge, che da poco ha firmato per la Juventus. Si capiva fosse forte e sarebbe arrivato lontano”.

E dell’Inter c’è qualcuno per cui metterebbe la mano sul fuoco? Uno che farà molta strada?
“Esposito, anche se Sebastiano gioca già ad un livello più alto. Lo stesso Oristanio secondo me arriverà a cimentarsi in un altissimo livello. E occhio a Pirola, che milita già in B: diventerà un giocatore molto forte”.

Satriano oggi è in prima squadra.
“Può sfondare, era stato il nostro capocannoniere in Primavera, oggi sta facendo ancora meglio, sono contento per lui e spero possa continuare così”.

Lei spesso si è allenato proprio con la prima squadra.
“L’anno scorso è capitato soprattutto ad ottobre, quando c’erano stati molti casi di covid. Per un mesetto mi sono allenato con loro. Che esperienza! Sono tutti giocatori fortissimi, seduta dopo seduta noi giovani potevamo migliorare, proprio grazie alla loro bravura”.

Chi l’ha colpita maggiormente?
“Se devo spendere solo un nome, faccio quello di Lautaro. Mi ha impressionato per qualità e forza”.

Come la trattava Conte?
“Benissimo, sia lui che i giocatori della prima squadra ci aiutavano a migliorare. A tal proposito devo dire che Handanovic è sempre stato capitano e leader della squadra. Si avvicinava a tutti noi giovani, ci consigliava personalmente e si capiva volesse essere utile per il nostro percorso di crescita”.

Lei a chi si ispira?
“A Barella, per caratteristiche e per il fatto che ricopra il mio stesso ruolo”.

Cosa ha provato ad allenarsi con lui?
“Una grande emozione. Ho cercato, osservandolo da vicino, a carpirne più segreti possibili dal suo modo di giocare e di muoversi”.

Ma lo ha detto a Barella che per lei è un idolo?
“No, ero lì solo per allenarmi, non l’ho ritenuto necessario (ride, ndr). Però devo dire che pure lui con noi giovani era bravo e ha un carattere simpatico. Da giocherellone, frizzante e allegro, metteva tutti di buonumore”.

Quale è il suo sogno calcistico?
“Giocare in Serie A. E se devo farlo in grande di difendere la maglia della Nazionale”.

Figurarsi se fosse con l’Inter di Barella.
“Quello sarebbe perfetto”.

Faccio una battuta, visto che ricoprite lo stesso ruolo, potrebbe cercare di rubare il posto al suo idolo.
“Non riesco nemmeno a immaginarlo, sarebbe un bel problema che però ci si porrà eventualmente più avanti (ride, ndr)”.
Sezione: Esclusive / Data: Mar 12 ottobre 2021 alle 12:40
Autore: Simone Togna
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