Rieccolo che arriva. L’Inter non è mai scesa, o almeno, sembrava averlo fatto dopo essersi illusa con Ranieri. Si parlava di Scudetto, ma l’obiettivo a cui questa squadra è destinata a competere è stato e rimane sempre il terzo posto. L’ultimo gradino del podio, mai così importante in Italia dopo la riduzione dei pass validi per l’accesso alla Champions, non poi così tanto lontano - adesso - grazie all’impatto fornito dalla carica scintillante di Andrea Stramaccioni. L’uomo della provvidenza, il predestinato a condurre l’Inter ai livelli a cui ci aveva spinto Mou, o l’ennesimo barlume di speranza pronto a soffocarsi al primo scoglio?

Il piano è stravolto rispetto a due stagioni fa, quando eravamo noi, e non il Chelsea, a surclassare (non con un solo gol) gli invincibili del Barça. Il 3-1 era il passo più imponente verso il tetto d’Europa, quell’Europa a cui ora bisogna puntare non solo per una questione di budget, ma per il prestigio di un club che non può permettersi di restarne fuori a distanza di due anni dalla storica notte di Madrid. Con quattro avversarie davanti ed il margine (seppure ridotto) a sei punti, il raggiungimento dell’obiettivo diviene ancor più complicato dalle ultime due sfide che presenta il calendario, il derby contro il Milan e l’ultima a Roma con la Lazio (ed è qui che il tifoso pessimista ricorda epiloghi amari…).

Stramaccioni ha raccolto sette punti in tre partite, un bilancio ottimo sebbene sia ancora troppo presto per parlare di riconferma. Senza stilare tabelle, mettendo a frutto il lavoro svolto settimanalmente ad Appiano, il giovane mister è riuscito sino ad oggi a ricevere segnali incoraggianti dallo spogliatoio nerazzurro, ed il campo lo dimostra. Terzo posto fondamentale anche per lui, dunque, oltre a chi dei pluri-omaggiati campioni dell’Inter potrebbe soffrire in estate di nostalgie per la Coppa dalle grandi orecchie. Il treno per la Champions passa prima di tutto da Firenze, e potrebbe costringere ad abbandonare il vagone non solo il tecnico qualora non dovesse giungere a destinazione.

Ed è al termine della gara del Franchi che arriverà la prima risposta alle nostre esitazioni, se l’Inter c’è o no. Procede oggi, infatti, contro la Fiorentina il cammino turbinoso che da qui in avanti attende la squadra di Stramaccioni. Vincere a Firenze cercando di non pensare né alla classifica, né agli eventuali assist che potrebbe regalarci l’inchiesta sul calcioscommesse. I tre punti sono d’obbligo per rimanere ancorati sui binari. Le numerose assenze viola strizzano l’occhio ad un successo dei nerazzurri, ma guai a sottovalutare i pericoli della trasferta di Firenze. Anche guardando in casa nostra la fortuna continua a sorriderci, con la rinascita di Zarate, ad esempio, ed i rientri imminenti di Maicon e Sneijder. Sì, anche secondo me l’olandese è un problema e lo è sempre stato. Per le avversarie che ha davanti. Chi ha saputo adoperarlo come merita trionfa, chi ne ha fatto a meno ha perso. E sono certo che con la sua intelligenza il mister riuscirà a sfruttare anche quella che insieme a Milito è stata un’arma incomparabile per l’Inter in Champions.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 22 aprile 2012 alle 00:01
Autore: Daniele Alfieri
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