Dal tritacarne del calciomercato cominciano a fuoriuscire i primi etti di macinato. Sulla sua qualita' il giudizio degli appassionati e' alquanto controverso, per quanto appare chiaro ed evidente a tutti che dal calcio italiano attuale non e' lecito attendersi i tagli piu' pregiati, al massimo carne di una buona seconda scelta. Rodrigo Palacio appartiene certamente alla categoria migliore in commercio da noi. I quadrumviri nerazzurri (Moratti, Paolillo, Branca e, crepi l'avarizia, Ausilio) l'hanno tenuto in freezer per un paio d'annetti -e con tutto il bene che voglio ai lettori non risparmiero' loro la battutaccia "Palacio del ghiaccio" che freme dentro di me- in attesa che il dipanarsi delle sue prestazioni dimostrasse che valeva la pena di sgelarlo, incartarlo e portarlo a casa. Nel frattempo l'ex ibernato ha valicato la trentina, ha perso per via di una antiestetica alopecia areata di natura androgenetica una quota ulteriore di capelli ma non il codino e segnato parecchio. Soprattutto nell'ultima stagione, quella, detto in favore degli smemorati, segnata dalle irresistibili peripezie di Pepe e Nocerino. E proprio da li' conviene partire.

Stante il suo declino economico e quindi tecnico, il nostro calcio non offre piu' e da un po' cittadinanza agli schizzinosi. Nemmeno a quei palati fini e viziati degli aficionados della Beneamata. Urge riparametrarsi urgentemente sulle teorie del valore perche' quelle attualmente in uso esigono ragionamenti utilitaristici e di schivo pragmatismo, rapporto qualita'-prezzo, integrita' fisica del giocatore e via andare, Lionel Messi e Cristiano Ronaldo et similia sormontano il nostro potenziale, accontentiamoci di vederli dal lontano della nostra realta' satellite. Lo so, l'interista sfrenatamente passatista si adegua con malcelata mortificazione a tutto cio',"ma come?", apriti web e sotto con le contumelie da forum. Ma allora che dire e come giudicare chi scodella alla propria gente la contrattualizzazione di Muntari e Montolivo utilizzando termini come "colpi" o "importantissimi tasselli della squadra con cui Ibrahimovic puo' finalmente vincere la Champions League?". Il Palacio acquistato col consueto scambio merci col Genoa lascia praticamente intonsa la provvista a disposizione per il rafforzamento della squadra e non  mina quindi la proattivita' - e la credibilita'- della societa' nel confrontarsi col mercato delle strategie, delle opportunita' e dei dispetti. E' certamente versatile,professionale, umile ma di grande personalita' in campo e conosce la sintassi del calcio moderno.

Sa inoltre di giocarsi un'occasione unica la' dove c'e' tanto spazio per Pepe e Nocerino- gente buona per il solfeggio mica Segovia o Benedetti Michelangeli- per impervesare e scaldare le domeniche di tutti noi. Il suddetto tritacarne riserva anche incroci di storie diverse ma comunque malinconiche, ci riferiamo ad Alberto Aquilani e Maxi Lopez. Il centrocampista romano, sopravvissuto per anni ai malanni delle sue caviglie in virtu' di un contratto, probabilmente vitalizio, da quattro milioni di euro annui procuratogli da quel talent scout di Rafa Benitez ai tempi del Liverpool, trasferira' bagagli e bendaggi lontano da Milano. Era stato il grande colpo rossonero della scorsa estate ma molti di piu' erano stati i colpi presi ancora prima. Un addio senza lacrime anche perche' se mai una gli cadesse su un piede gli farebbe un male della Madonna. Per il trattamento riservato a Maxi Lopez invece chi scrive sente un irresistibile moto d'indignazione. Portato a bordo del torpedone rossonero col ruolo di ruotino, il puntero argentino era dapprima  rimasto segregato in un hotel milanese per buona parte della sessione invernale del calciomercato. Come un rapito dell'anonima sarda. Una volta al giorno l'ora d'aria, con un funzionario di via Turati adibito al ruolo e per giunta non sempre puntuale. Famosa a tal proposito l'accorata lamentela del biondo attaccante per il suo stato di abbandono all'arrivo ritadatario del delegato milanista "questo albergo non e' una casa!". Da ruotino ha fatto la strada che poteva e complici Handanovic e l'arbitro di Milan-Fiorentina (palla aggiustata col braccio, diagonale sul palo e gol scudetto sfiorato) aveva servito la causa meritando altra sorte. Mannaggia al cinismo di questo calcio senza soldi e senza pieta'.
Il dispiacere del sottoscritto e' nulla in confronto a quello dei ragazzi del lift e delle governanti addette al riordino delle stanze che tanto l'hanno supportato nella sua avvilita esperienza.

Tenetevi forte stiamo per svelare finalmente uno dei piu' grandi misteri del pallone dei nostri tempi. Tutto parte dalla pista investigativa pertinente i rimborsi elettorali della Lega Nord che  seguendo le tracce della laurea conseguita  da Renzo Bossi, detto il trota, porta fino in Albania. Grazie allo spirito collaborativo del rettore dell'Ateneo Kristal di Tirana con le autorita' giudiziarie italiane sono emersi fatti e un nome nuovo a squaciare le incertezze dei "si dice" che ci siamo trascinati per troppo tempo. "Un altro uomo della Lega si e' laureato qui". Gli inquirenti che aveveno pensato immediatamente a Roberto Calderoli si sono imbattuti nell'equivoco generato in buona fede dal cattedratico. Costui aveva confuso Lega Nord con Lega Calcio. Il nome a questo punto ditelo voi. Massi' e' Adriano Galliani quel dott. Galliani che molti impunemente si ostinavano a definire geom. Galliani. Rispetto al trota-diploma in economia, 29 esami in un anno- ci ha messo molto meno, un'ora e mezza, per una laurea in Teologia conseguita col massimo dei voti grazie ad una tesi su "Papi e calendari da Gregorio XIII a Giovanni Paolo II". Signor Galliani se per caso sta leggendo questa supidata non se la prenda. Si puo' ancora scherzare... O no?

Sezione: Editoriale / Data: Ven 25 maggio 2012 alle 00:01
Autore: Giorgio Ravaioli
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