Al momento del sorteggio, i più lo hanno definito come lo spareggio già scritto per garantirsi il posto in Europa League: sulla griglia di partenza, Barcellona e Tottenham sembravano partire almeno due file avanti, per quantità delle rose e qualità del gioco, e per questo motivo Inter e Psv Eindhoven, secondo i facili pronostici della prima ora, si sarebbero dovute accontentare delle briciole. Eppure, sono passati novanta minuti di Champions League e l’aria che si respira in casa Inter è diversa, decisamente più salubre. E quella che sembrava la partita di andata del playoff per un posto da retrocessa nel secondo torneo europeo, potrebbe diventare l’occasione non per mettere un’ipoteca sulla qualificazione, ma perlomeno per arrivare al doppio ostico impegno contro i blaugrana nella migliore condizione possibile.

Certo, fino all’84esimo della gara col Tottenham, la sfida di questa sera rischiava davvero di assumere i contorni preannunciati, e se Mauro Icardi non si fosse inventato il gol della settimana e soprattutto se non l’avesse ripresa Matias Vecino con il conseguente apogeo di estasi sugli spalti e non solo, saremmo qui a parlare di altre cose. Ma il bello del calcio, soprattutto il bello dell’Inter, è di sapere che i passaggi storici possono mutare nello spazio di un alito di vento, di un salto a raccogliere una torre di un compagno, di un pallone spinto in rete da oltre 60mila persone. Da quel momento, l’Inter ha ingranato una nuova marcia, dimenticandosi improvvisamente le inusitate difficoltà di inizio campionato e inanellando una serie di successi a tratti sofferti, ma comunque importanti per risollevare una situazione che già aveva causato qualche malumore e fatto sproloquiare più d’uno.

Archiviata la pratica Cagliari, adesso, ci sarà da ripensare al cammino europeo che questa sera prevede un match probabilmente più infarcita di tranelli di quanto si possa pensare. E forse ci sarà qualcosa di più da temere del passato da milanista del tecnico Mark van Bommel e sulla sua eventuale volontà di prendersi una piccola rivincita della finale di Madrid 2010 da lui vissuta con la maglia del Bayern Monaco, un’eventualità tra l’altro da lui stesso allontanata visto il tempo passato. Il Psv fino a questo momento l’ha fatta da padrone in Eredivisie collezionando un percorso netto e mettendo in mostra diversi giovani interessanti come Hirving Lozano e Steven Bergwijn, trascinati dal faro Luuk de Jong. Formazione che poi vorrà usufruire del bonus derivante dal fatto di giocare in casa, con tutte le motivazioni annesse e connesse, in primis quella di reagire dopo i quattro schiaffi rimediati al Camp Nou (dove, per inciso, per buona parte di gara i Boeren avevano resistito in maniera gagliarda).

Ed è per questo motivo che Luciano Spalletti, nel corso della conferenza stampa della vigilia, ha invitato i suoi a essere forti soprattutto mentalmente, per affrontare un avversario di cotanto calibro. Che sicuramente cercherà di fare sin da subito la voce grossa, spinto dal suo pubblico e dalle qualità tra l’altro ben dipinte da Stefan de Vrij alla vigilia. Il mister, al tempo stesso, fa capire che di calcoli questa Inter non ne vuole fare e quindi quella di questa sera va presa come una prova importante per mostrare quelle che sono le proprie qualità individuali e collettive.

Nessuna distrazione, quindi, per Spalletti e per i suoi uomini. Ma soprattutto, nessuna voglia di fermare ora una giostra che finalmente pare aver iniziato a girare nel verso giusto. Una giostra dove sono in tanti ad aver preso posto, specie se parliamo di gol: sembrano ora un ricordo i tempi in cui la produzione di reti dei nerazzurri dipendeva principalmente da Mauro Icardi, oggi il capitano può stare seduto un’intera partita in panchina senza battere ciglio perché a fare le sue veci c’è un Lautaro Martinez che nella prima azione offensiva della sua avventura in Serie A è capace di ubriacare la difesa del Cagliari e di metterla di testa lì dove Alessio Cragno, pur con tutta la buona volontà del mondo, non può arrivare. E poi c’è gente come Marcelo Brozovic che ti leva le castagne dal fuoco, Matteo Politano che dopo tanta corsa ti inventa un bolide di quelli che solo chi ha l’etichetta di campione riesce a fare.

E prima ancora ci sono stati Stefan de Vrij, giocatore definito straordinario da Javier Zanetti anche per la capacità di tenere unito il gruppo, verrebbe da dire cementato (verrebbe da dire che il tema del video di benvenuto non era per nulla casuale), Radja Nainggolan che ancora dovrà fare meglio ma se trova il momento buono regala lampi di classe; e poi Antonio Candreva, Ivan Perisic, Danilo D’Ambrosio… Insomma, gira forte la voglia di gol in casa nerazzurra, e il tecnico di Certaldo altro non vuole che questo filone non si esaurisca. Anche perché fin qui ha aiutato affinché questa porzione di calendario venisse sfruttata abbastanza bene per recuperare punti e morale, e ancora di più dovrà aiutare dopo la pausa perché gli impegni a stretto giro di posta contro Milan, Barça e Lazio saranno presumibilmente il primo vero spartiacque di un'annata. Arrivarci con la certezza di avere più risorse sul piano realizzativo è uno di quei fattori che possono far pendere definitivamente la bilancia dalla tua parte.

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Sezione: Editoriale / Data: Mer 03 ottobre 2018 alle 00:00
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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