Spero vivamente che il 3-1 del Dall'Ara non diventi oggetto d'indagine in merito al calcioscommesse. A parte la parentesi beniteziana, uno scialbo e malaugurante 0-0 di inizio campionato, i nerazzurri hanno sempre sbancato Bologna con questo punteggio negli ultimi quattro anni. Se avessi puntato un euro, scaramanzia a parte, avrei optato per l'esito di cui sopra, come credo la maggior parte degli amanti delle statistiche. È la legge dei grandi numeri, nulla di losco. Settima meraviglia consecutiva, dunque, per Stramaccioni, che in trasferta sa solo vincere e non si è fatta distrarre dall'ora legale. E poco importa se in campionato è arrivata la prima rete subita lontani da Milano. Sempre per la legge sopra citata, prima o poi sarebbe accaduto. Il trend resta positivo, anzi di più. Al di là del gioco, che fa storcere il naso agli esteti del pallone (ma chi gioca meglio in serie A?), questa Inter palesa una solidità che prescinde dal modulo. Una solidità mentale più che tattica, l'obiettivo che il tecnico romano ha cercato fin dall'inizio. Supportati da questa, i giocatori possono scendere in campo con qualsiasi modulo senza patire alcuno scompenso.

Una cartolina proveniente da Bologna porta nello spazio mittente il nome di Andrea Ranocchia. Bene come al solito dietro, dimostra che la perseveranza non è necessariamente diabolica. Palo contro il Catania, barba al palo al Dall'Ara, gol pochi minuti dopo contro lo statico Agliardi. Questione di insistenza: c'è chi va a sbatterci la testa, chi invece la usa per segnare. Bravo Andrea, finalmente in gol in questa stagione. Ma i miei complimenti vanno a tutta la baracca, che ha retto bene al mal tempo e alla forza di volontà di Diamanti e co. ed è rimasta in scia Juventus. A proposito di Juve: il modo in cui ha vinto a Catania mi ha riportato indietro di qualche anno, quando certe situazioni erano all'ordine del giorno. Non voglio farmi tentare dalla dietrologia, non ancora. Però sono curioso di sapere se allo scempio del Massimino verrà dato più risalto rispetto all'episodio del rigore Guarin-Gomez di domenica scorsa, nulla a confronto. Alla fine, c'è un massimo comune denominatore, il Catania.

Solitamente non sono generoso con lui, ma stavolta Stramaccioni si merita i miei complimenti. Mi ha sorpreso (negativamente) la scelta di Mudingayi per Cassano, ma un attaccante in meno non significa attaccare meno. Soluzione saggia, che ha liberato Cambiasso nell'area felsinea e ha dato maggiore libertà a Palacio. Il terzo gol scaccia paura non a caso porta la loro firma. Nulla nasce per caso, il nostro allenatore soppesa qualsiasi decisione e se i suoi giocatori rispettano le consegne il più è fatto. Ultima considerazione ancora sul Trenza: non ha segnato come nelle ultime due uscite, ma ha mandato in gol Milito (superando anche il suo mal di ottobre) e il Cuchu, due che di assist finora ne hanno distribuiti, eccome. In questa Inter nessuno gioca per sé stesso. Nessuno.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 29 ottobre 2012 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
vedi letture
Print