Concretezza, lucidità e solidità. Mazzarri lo sta predicando in tutte le lingue ed è quello che noi tifosi nerazzurri andiamo cercando da due stagioni. L’inizio, come sempre, prometteva bene poi succede qualcosa che nessuno riesce a capire. Perché la testa parte per la tangente? A cosa pensano i giocatori? Intendiamoci, per ora i risultati di una squadra di nuovo in costruzione dalla fondamenta non sono male. Si parla di una sola sconfitta e tanti buoni risultati anche in trasferta su campi difficili ma per fare il salto di qualità bisogna fare di più. Spesso negli ultimi anni la critica si è abbattuta per giustificare gli scarsi risultati della squadra sempre sull’allenatore di turno. Ora è il momento di dire basta e di analizzare anche il comportamento di alcuni giocatori. Giocare nell’Inter è bello e stimolante ma comporta anche responsabilità che vanno al di là della sola soddisfazione del singolo. Dubito che Mazzarri dica ai suoi di provare insistentemente l’azione personale con sistematico tiro dalla distanza (vero Guarin?) e di attaccare in massa anche sul 4-1 a favore a 20 minuti dalla fine. Allora perché i giocatori lo fanno? La condizione fisica è ottima e lo si nota, di infortuni ce ne sono pochi, allora che spiegazione ci diamo? Ho visto il nostro mister molto arrabbiato dopo il pareggio contro l’Atalanta e non mi è sembrato soddisfatto neppure dopo la vittoria contro il Verona. Dal canto mio Mazzarri ha straragione. Non si possono concedere occasioni a palate agli avversari di turno perché ormai è risaputo che i risultati veri a fine stagione si ottengono prendendo pochi gol e tenendo la squadra corta. Si deve difendere uno vicino all’altro e ripartire organizzati con la squadra compatta. La difesa deve accompagnare il centrocampo che deve aiutare l’attacco. La manovra brillante di inizio stagione comincia a perdersi e, sarò pessimista, questo è un segnale preoccupante dati i precedenti recenti. Una vittoria nelle ultime 5 partite con ben 10 gol subiti non sono numeri da squadra di vertice e sicuramente sono indicativi di un momento non proprio felice che speriamo duri il meno possibile. Guarin, Kovacic e Alvarez sono giocatori con propensioni decisamente offensive e spesso lasciano il “povero” Cambiasso solo sulla mediana a bloccare le ripartenze avversarie con conseguente sbandamento difensivo. Ripartenze che in teoria non dovrebbero neppure essere concesse. Ma urge un intervento societario sul mercato. A centrocampo servono due interditori pronti a stare accanto al “Cuchu” e a coprire i giocatori offensivi che abbiamo. Mazzarri è bravo ma non può fare miracoli, ha bisogno di materia prima che lo aiuti a trovare il giusto equilibrio di squadra. “Le partite si vincono a centrocampo” sentenziano i saggi, e se lo dicono loro c’è da fidarsi…

Sezione: Editoriale / Data: Gio 31 ottobre 2013 alle 00:00
Autore: Filippo Tramontana / Twitter: @filotramo
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