I fatti di Parigi? Strazianti. Il calcio, gli stadi, sembrano peraltro obiettivi sensibili. Chiudere bottega dunque? Nemmeno per sogno. Il pallone è vita, che rotoli sempre più forte accompagnato dalla sua gente festante. Dopo la sosta torna in campo un'Inter prima in classifica, seppur in coabitazione con la Fiorentina e domenica sera al Meazza contro la matricola Frosinone esiste un solo obiettivo: la vittoria. Gli avversari non aspettano altro che un passo falso che secondo loro sarebbe logico dopo tante, troppe partite vinte per 1-0, giocando male e con una notevole dose di fortuna. Questo pensano, quindi sperano. Lasciamoli sperare, la cosa si sta facendo anche divertente, finché dura.
Roberto Mancini, a poco più di un anno dal suo ritorno, dimostra di avere in pugno la situazione, sa di non poter contare ancora sulla squadra dei suoi sogni, ma intanto ha trovato il modo per stare in vetta alla classifica, in attesa di migliorie a gennaio che potrebbero rivelarsi decisive per una seconda parte di campionato da protagonisti. Pirlo, Biglia, Candreva, Feghouli, ecco un po' di nomi che circolano e in grado di rendere la squadra competitiva ai massimi livelli. Che qualcuno di questi arrivi veramente è un'altra storia, ma è lo stesso Erick Thohir a rassicurare il popolo nerazzurro quando dice di non essere diventato Presidente dell'Inter per interesse, ma soprattutto per riportarla a vincere trofei. Impegno massimo sul mercato, quindi, nonostante il managament stia lavorando di fino per riportare la società anche ad una stabilità finanziaria necessaria per operare ad alti livelli e imposta dal FFP.
In attesa di gennaio, però, l'Inter brutta, sporca e cattiva, non deve mollare l'osso, ma continuare a mordere. Il Frosinone finora ha fatto bene in casa, maluccio lontano dalla sua tana. Ma c'è quella chicca chiamata pareggio nel recupero allo Juventus Stadium contro i campioni d'Italia in carica a far mantenere le antenne diritte alla Beneamata. Guai a scendere in campo molli, snobbando l'avversario considerando la gara una formalità. Nel calcio moderno una cosa del genere non possono permetterserla nemmeno Bayern Monaco, Barcellona e Real Madrid, figuriamoci la nostra cara Inter, pazza per statuto e storicamente maestra nel crearsi difficoltà che alla vigilia sembrano impensabili. Dovrà essere stato bravo il Mancio a mantenere alta la concentrazione, anche se gli avvenimenti dell'ultima settimana hanno sicuramente scosso i giocatori che, ricordiamolo, sono persone e non solo macchine da soldi.
Tornando alla sfida di domenica, Mancini dovrà decidere come comporre il centrocampo. Medel, Felipe Melo e Kondogbia sono diffidati e quindi a rischio per lunedì 30 novembre, quando l'Inter sbarcherà al San Paolo di Napoli dove non si vince da ben 18 lunghissimi anni. Ma anche se rientrerà Fredy Guarin, rinunciare ai tre contemporaneamente appare difficile e forse sbagliato strategicamente. Se si vuole andare a Napoli con il petto in fuori e per fare la voce grossa, bisogna battere il Frosinone. È quindi la gara del Meazza la più importante, come sicuramente dirà oggi Mancini nella conferenza stampa di vigilia. Dicevamo che vincere 1-0 e vedere poi i ”nemici” che “rosicano”, inizia ad essere divertente. Ma siccome non siamo sadici, ben venga contro il Frosinone una vittoria di goleada e magari accompagnata dal bel gioco.
Ben vengano i gol degli attaccanti, sarebbe una grande serata se a segno andassero insieme Mauro Icardi e Stefan Jovetic. I due, per caratteristiche, sembrano fatti apposta per giocare insieme, la non convivenza sa di bestemmia calcistica. E allora sarà solo questione di tempo, anzi vorrei scommettere che big-ben ha detto stop e da domenica sera ammireremo una coppia da sballo. Troppo ottimismo? E se i gufi avessero ragione? Il bel giochino sta per finire? No. Una botta di fortuna, per non dire altro, ti può capitare una volta, forse due. Già alla terza bisognerebbe farsi delle domande. Ma se dopo 13 giornate,e dopo aver incontrato Milan, Juventus, Fiorentina e Roma, sei primo in classifica, non può esserci il trucco.
L'Inter è una macchina costruita per vincere e ha un allenatore che sa come si fa. Domenica sera sarà importante farlo capire da subito al simpatico Frosinone del bravo mister Stellone che arriverà nel “Tempio” sognando l'impresa da raccontare ai nipotini. Ma non dovrà aver nulla di clamoroso da raccontare, se non l'orgoglio di aver giocato in uno degli stadi più importanti al mondo contro una delle squadre che hanno scritto la storia del calcio nazionale, europeo e mondiale. Servono come il pane altri tre punti per continuare la corsa, in attesa di nuovo carburante per diventare ancora più veloci e sicuri. Roma, Napoli, la stessa Fiorentina vantano per ora maggior credito e anche la Juventus non può essere considerata del tutto fuori dai giochi. Ma i tifosi dell'Inter, che ora magari firmerebbero per un terzo posto che vorrebbe dire possibilità di entrare in Champions League, hanno il diritto di credere anche nello scudetto. A gennaio questo diritto potrebbe trasformarsi in dovere.
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