"Non è importante vincere per forza, l'importante è che la squadra si esprima bene e faccia divertire i tifosi". Questo il messaggio che ha mandato Thohir nella sua settimana milanese da presidente, prima di ripartire alla volta di Giakarta (senza dimenticare di lasciare un "in bocca al lupo" alla squadra, tramite Moratti, e ai tifosi, con un video messaggio). Nonostante le belle parole e le occasioni create a raffica dai nerazzurri ieri col Bologna, qualunque tifoso sarà rimasto con l'amaro in bocca per aver lasciato per strada 2 punti importanti, anzi importantissimi. Senza piangersi troppo addosso, è giusto dire che il terzo posto era alla portata, si trattava di un'occasione ghiotta e, forse, anzi certamente, è stata sprecata. 

Dimenticata per un secondo l'amarezza che lascia, a caldo, un pareggio come quello del Dall'Ara, oggi l'Inter si sveglia un punticino più vicina alla Champions e con una lunghezza in più sulla Fiorentina. Ma Mazzarri ha il suo lavoro da fare, per trasformare questa squadra in una grande squadra.

Quello che esce dalla partita di ieri non è assolutamente da buttare a livello di prestazione, ma l'Inter sembra fare sempre gli stessi errori in trasferta, soprattutto con le piccole. I nerazzurri hanno grande umiltà e buona volontà, ma Mazzarri sottolinea giustamente l'ingenuità che continua a penalizzare la squadra. Per distrazioni, tocchettini, scarpini sbagliati, uscite a vuoto e carambole l'Inter si è divorata finora occasioni colossali per restare vicino al vertice. Con Cagliari e Torino sono stati buttati via punti in modo analogo a quello di ieri (dove Taider manda in contropiede 3 giocatori del Bologna in modo sconsiderato), ma anche a Bergamo la squadra era stata rimontata. In un campionato come la Serie A di quest'anno, dove le prime vanno spedite, sfruttare le occasioni è imprescindibile se si vuole stare in alto. Non conta creare mille, duemila palle gol, conta segnare un gol più dell'avversario, per quanto ci si diverta a vedere la propria squadra creare tanto.

Quello è il punto: il progetto è all'inizio, non si può pretendere subito un'Inter cinica, da vertice, con dei giovani talentuosi, ma acerbi. Mazzarri lo sa, si mangia le mani, ma è cosciente che lavorando, modellando questo talento ne potrà uscire una grande squadra. Il gioco c'è, il mix tra giovani e giocatori esperti (diktat non solo mazzarriano, ma anche presidenziale) pure. Si tratta di tempo. Il tecnico lavorerà ancora sulla testa, sulla cattiveria e sulla concentrazione, da tenere sempre alta. Punti per andare avanti, non critiche che restano lì e farebbero tornare indietro.

E se Mazzarri sa bene di dover fare in fretta, anche Thohir sta inizando a capire che non conta solo il bel gioco, ma soprattutto il risultato, all'occorenza, anche in modo cinico, da big.

L'Inter non lo è, giusto non farsi prendere dall'euforia. Studia però per diventarla da alunna modello. Un punto non si butta via, ma quelli di ieri sono due persi. Giusto arrabbiarsi, non accontentarsi del divertimento e del bel gioco, e guardare in alto. Si torna al lavoro, con umiltà e ambizione, per crescere e non perdere più queste occasioni.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 25 novembre 2013 alle 00:00
Autore: Luca Pessina / Twitter: @LucaPess90
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