Vergogna. Non può esistere altra parola per descrivere la decisione di France Football, autorevole quotidiano transalpino, di escludere dalla lista dei 23 candidati per la vittoria del Pallone d'Oro il numero uno incontrastato di quella che è stata la stagione 2009/2010, cioé Diego Alberto Milito. Non chiedevamo assolutamente che il Principe potesse portarsi a casa il premio, ma almeno vederlo seduto in poltrona alla premiazione dopo due gol in finale di Champions, uno in semifinale al Barcellona dei titani, uno ai simpatici russi del Cska Mosca nei quarti, uno alle rocce del Chelsea, con tanto di John Terry con popò a terra, nella gara valida per gli ottavi. Cosa poteva fare di più, questo ragazzo? Ha condito il tutto con 22 reti in campionato e 2 in Coppa Italia, un'annata mostruosa che il solo genio Diego Armando Maradona è riuscito a rovinargli portandoselo soltanto come mascotte al Mondiale in Sudafrica. E invece, no: Milito resterà a casa, e non potrà neanche sognare di prendersi quel premio che soltanto un maledetto Mondiale gli ha soffiato. Ma, l'argentino, meritava almeno di giocarsi una chance immaginaria, di competere con giocatori come Miroslav Klose, come Daniel Alves, o come Asamoah Gyan. Se permettete, signori, Milito è stato di un altro pianeta. E nessuno può negare l'evidenza.

La rabbia c'è nell'ambiente interista, come risiede in tutti coloro i quali amano il calcio per la sua bellezza oggettiva, non per le scelte dei Soloni francesi. Un certo Sir Alex Ferguson, maestro di vita e autentico demiurgo abile nel plasmare talenti cristallini da semplici ragazzi di strada, aveva detto soltanto qualche settimana fa che lui, il Pallone d'Oro, lo avrebbe dato a Diego Milito, nonostante il Mondiale non da protagonista per volere del Pibe. Ebbene, nessuno ancora riesce a capacitarsene: com'è possibile che Milito non rientri tra i 23 migliori giocatori del mondo? La domanda è straziante, e starà torturando l'argentino più di quanto si possa immaginare. Ma a questo punto, mi viene spontaneo chiedermi: se hanno trovato spazio Daniel Alves e Lahm, perché allora non se l'è meritato anche il buon Lucio, un posticino? Lui ha sbattuto per terra il signor Drogba a suon di sportellate, ha annullato un certo Ibrahimovic e polverizzato, in coppia con l'imprescindibile Walter Samuel (anche lui, troppo spesso snobbato), il supremo Lionel Messi. Chi ha preso queste decisioni, forse, lo avrà fatto solo per sentito dire. Ormai anche i giudici sono occasionali, non se ne può più.

Adesso però è ora di consolare e coccolare il nostro Principe, ma non c'è neanche bisogno di dirlo. Con questa scelta vergognosa e incoerente, i fenomeni di France Football non tolgono neanche una fetta di quella che è stata la stagione magica di Diego Milito, l'eroe di ogni competizione. I tifosi interisti lo ricorderanno per sempre, tramanderanno il mito di quell'attaccante umile e buono quanto letale e spietato ai loro nipoti, racconteranno di fronte a caldi camini la leggenda di un triplete che portava l'inesorabile firma di un Principe, che nelle notti d'Europa è andato a scardinare la porta blindata di Kiev, a sparare una bordata nel cuore dei titani del Barcellona, a disintegrare le speranze di quei londinesi che, grandi e grossi, potevano quasi fare paura. Lui li ha sfidati e annientati tutti, non prima di essersi sbarazzato dei tanti chiacchieroni d'Italia. Le lacrime di Roma, Siena e soprattutto Madrid, che l'Inter ma più di tutti il nostro Milito ci ha regalato, non ce le potrà togliere un semplice pezzo d'oro. Augurandoci che a vincerlo sia il meritevole, sempre nerazzurro, Wesley Sneijder, ricordiamo la realtà: il Pallone d'Oro di Diego, quest'anno, sarà l'affetto della gente interista. Grazie, Principe.

 

Sezione: Editoriale / Data: Mer 27 ottobre 2010 alle 00:01
Autore: Fabrizio Romano
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