Quando Massimo Moratti dice: "Parte dei risultati sono figli del passaggio societario", dice una cosa che, se vera, deve inquietare e possibilmente indurre ad una rapida soluzione per il bene della squadra.  E' chiaro che 18 anni di era Moratti non possono, giustamente, essere cancellati con una trattativa, una cessione e un closing societario. Quel nome, fosse padre, fosse figlio, ha contribuito a scrivere le pagine più belle della gloriosa storia dell'Inter. Ma ora l'azionista di maggioranza di Fc Internazionale non è più l'uomo che tutti tifosi avversari ci hanno invidiato per la gestione romantica e passionale della società.

Ora chi detiene gran parte dei cordoni della borsa è nato e vive in Indonesia, è un giovane ambizioso, parla di business anche se saltella per non essere paragonato ad un rossonero. Erick Thohir è il nuovo presidente dell'Inter, piaccia o non piaccia ed è meglio che anche chi è malato di Morattite acuta, sicuramente la maggioranza dei tifosi interisti compreso il sottoscritto, si adoperi per guarire almeno in parte e inizi a ragionare in un certo modo. E' inutile cercare il compromesso. La storia insegna che i grandi risultati sul campo arrivano quando c'è una grande società alle spalle. I giocatori, l'allenatore, devono avere chiaro l'interlocutore. Da qualche post partita la domanda a Mazzarri è sempre la stessa: "Le ha telefonato Thohir"? La risposta. "Si, mi ha fatto sapere che... però Moratti è venuto negli spogliatoi...". Legittimo, per carità. Stiamo parlando del Presidente onorario, stiamo parlando di chi con un acquisto, un sorriso, una sciarpa al collo e anche con errori, ha fatto sentire i tifosi nerazzurri tutti potenziali presidenti. Stiamo parlando del Presidente del Triplete. Sì, Moratti uno di noi.

Ma ora certe decisioni spettano ad altri, è stato lui stesso a volere che ciò accadesse. Da solo non ce la faceva più a mantenere l'Inter a certi livelli. E ha fatto benissimo a non rimanere Presidente per non ingenerare ulteriori equivoci. Ma non basta. La squadra, l'allenatore, i tifosi, devono mettersi in testa che il nuovo Presidente di chiama Erick Thohir. Che non è quello che, sì vabbè, però... Qualcuno dirà: "Se a gennaio comprerà i giocatori giusti, allora"... Altra cosa sacrosanta la verifica del mercato, per capire strategie e potenzialità reali del nuovo corso indonesiano. Ma intanto, che sia chiaro il cambiamento epocale e che venga compreso da tutto il mondo nerazzurro. Solo così, con ruoli ben definiti e soprattutto recepiti, può funzionare la metafora dei due genitori che fanno crescere bene la figlia. Tutto questo per il bene dell'Inter che è ancora in grado, nonostante la pareggite acuta, di poter acciuffare l'Europa che conta. A partire da domenica a Napoli, dove un certo Walter Mazzarri farebbe carte false per far piangere Pulcinella.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 11 dicembre 2013 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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