Dall'inizio del campionato la difesa dell'Inter è stato il reparto più elogiato tra quelli costruiti in estate da Roberto Mancini. Le 6 vittorie per 1-0 non tradiscono solo qualche difficoltà ad andare in gol per i nerazzurri, ma evidenziano soprattutto una solidità difensiva impressionante, che certamente coinvolge anche attacco e centrocampo ma che vede nella retroguardia i reali fattori discriminanti. Joao Miranda è stato finora una sicurezza, l'elemento che l'Inter cercava dai tempi di Samuel (al 100%). Gary Medel, quando chiamato in causa, si è confermato un jolly utilissimo e si è sempre fatto trovare pronto. Lo stesso Andrea Ranocchia, pur se poco impegnato, ha mostrato segnali di crescita. Però, e le statistiche non mentono, l'impatto più importante è stato quello di Jeison Murillo, volto nuovo rispetto alla scorsa stagione, arrivato a Milano in sordina sia perché poco sponsorizzato (il Granada non è una vetrina così in vista) sia perché acquistato lo scorso gennaio e già nerazzurro da mesi, con azzeramento dell'effetto sorpresa. Un colpo di mercato con i fiocchi, viste le cifre in ballo (circa 9 milioni di euro in tre rate).

Se i suoi interventi spettacolari (a volte al limite dell'infarto per il tifoso), il suo atletismo e la sua grinta rientrano nella categoria degli effetti speciali che tanto piacciono al pubblico, sono le statistiche a nobilitare l'operazione di mercato messa a segno da Piero Ausilio alcuni mesi fa. Il colombiano, perno anche della sua nazionale (miglior giovane durante l'ultima Copa America vinta dal compagno di squadra Medel), finora si è messo in evidenza per un bilancio che lo ha visto primeggiare in tante specialità: 7 azioni difensive di media a partita (rinvii, intercetti, tiri bloccati); prevalenza netta rispetto ai compagni di rinvii per alleggerire; 2,1 tackle di media a gara (ne perde solo uno su tre che prova); meno di un fallo di media a partita; 1,5 falli subiti a gara. Dati che nella loro freddezza non possono spiegare l'interpretazione del ruolo da parte di Murillo, ma aiutano a comprendere quanto, nell'economia delle partite dell'Inter, Mancini conti molto sul suo difensore che si completa perfettamente con Miranda. Certo, qualche pallone perso in zone pericolose mette i brividi, ma Muralla è così, nel bene e nel male. E ha tutto il tempo per migliorare, qui in Italia.

Sezione: Copertina / Data: Ven 06 novembre 2015 alle 21:05
Autore: Redazione FcInterNews.it
vedi letture
Print