"Ho dato l’anima per l’Inter, peccato non aver vinto nulla. Il vero problema? La confusione. E per Suning non sarà facile stando dall’altra parte del mondo. Meglio una proprietà italiana, come Moratti". Lo dice Gary Medel, intervistato dalla Gazzetta dello Sport.

Mazzarri, Mancini, De Boer, Pioli e Spalletti: perché tanti cambi anche in panchina?
"Una conseguenza della poca chiarezza, i risultati negativi nascono da lì. L’addio di Mancini fu pesante, se uno come lui lascia ad agosto... È un grande, con Bielsa il migliore. Nel 2015 volammo fino a dicembre, poi il calo: di testa non eravamo pronti per stare così in alto".

E forse alcuni suoi ex compagni non erano da Inter.
"Una maglia così non è per tutti, c’è una certa pressione che devi gestire. E più passavano gli anni senza vittorie più questa aumentava".

De Boer e Pioli: differenze?
"L’olandese non è un flop, ma un ottimo tecnico che non ha avuto il tempo per introdurre le proprie idee. Pioli, invece, ha fatto bene e va ricordato come una persona super e un allenatore importante".

Lei arrivò grazie a Mazzarri.
"Sì, e gli sarò sempre legato. Spesso è stato criticato, ma sul campo è tra i migliori".

La città che lei ha salutato a malincuore: colpa di Spalletti?
"No, assolutamente. Un grande tecnico, fu chiarissimo: “In difesa e a centrocampo voglio gente brava nel palleggio. A un incontrista come te non posso far promesse. Fai le tue valutazioni”. Ho nostalgia, ma con il Mondiale all’orizzonte, purtroppo poi sfumato, non ho potuto scegliere diversamente. Mi propose il ruolo di trequartista, ma adattarmi sarebbe stato difficilissimo".

Icardi è tra i top al mondo?
"In area di sicuro. Forse deve migliorare a palla lontana, ma segna in ogni modo: parlano i numeri".

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Sezione: Copertina / Data: Ven 23 marzo 2018 alle 09:15 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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