Parte bene l'Inter di Simone Inzaghi contro il Frosinone di Eusebio Di Francesco che non si lascia intimorire da un San Siro caldissimo e affronta da subito i padroni di casa con coraggio, buon ritmo e ordine. I nerazzurri, fedelmente a quanto detto da Barella nel pre-gara, rispettano gli avversari, lasciando loro la possibilità di esprimere un moderato giropalla. Sempre concentrati e attenti, gli uomini di Inzaghi non concedeno grandi spazi e particolare estro a quelli di Difra che sono i primi a tentare una vera conclusione in porta: al 9' minuto è Barrenechea che tenta di impensierire Sommer, ma ci mette troppa verve e la palla finisce con l'impensierire i tifosi al secondo anello verde. Un'enfasi, quella degli ospiti, che dopo la conclusione del 45 ciociaro finisce a concentrarsi tutta in fase difesiva, eccezion fatta per il tiro di Soulé che l'estremo difensore svizzero blocca facile: l'Inter alza intensità, pressione e baricentro e comincia a picchiare forte verso Turati. Lautaro per primo, che si vede negare il 15esimo gol stagionale, ma anche Barella (che non trova la porta) e Thuram ma non solo. Al 34esimo Mkhitaryan tenta l'incursione in area gialloblu ma Lirola lo sgambetta con un doppio colpetto sulla caviglia ma Dionisi lascia proseguire. La decisione del fischietto di L'Aquila di non concedere penalty alla squadra di casa resta più che un semplice dubbio ma a spazzare ogni possibile malumore è l'incantevole perla di Federico Dimarco che al 43esimo silura Turati da 'soli' 56 metri. Una parabola che finisce dritta alle spalle di un incolpevole Turati sconvolto tanto quanto l'intero Meazza, Sommer compreso che viene catturato dalle telecamere che lasciano ai posteri l'immagine più emblematica della reazione ad un euro-gol storico alla Recoba e molto più. 

Intervallo che arriva con una dolcezza e un'estasi indicibile e anche la ripresa comincia con altrettanto entusiasmo. Il raddoppio non tarda ad arrivare e a quattro minuti dal rientro sul rettangolo di gioco è un solito ispiratissimo e spumeggiante Marcus Thuram e procurare l'occasione per aggiornare il tebellino. Il francese si sbarazza di Marchizza e nel tentativo di svincolarsi anche da Monterisi, viene affossato proprio dal 30 di Di Francesco, non ha dubbio alcuno stavolta Dionisi e indica il dischetto. A presentarsi dagli undici metri è il solito cecchino Calhanoglu che come da copione non sbaglia, spiazza il portiere avversario ed è 2-0 Inter. I nerazzurri non sembrano accontentarsi e continuano a spingere in avanti, spruzzando energia, voglia, possenza e qualità da ogni poro fino a metà secondo tempo, quando la squadra di Inzaghi cala leggermente l'intensità e lascia persino che Sommer si prenda un paio di applausi dopo aver calato due volte la saracinesca prima su Marchizza, poi su Ibrahimovic. Inzaghi intanto inizia a mischiare le carte, e il primo a lasciare il campo è Dumfries seguito poi da Mkhitaryan e Thuram che si prende una standing ovation scrosciante e si congeda dalla partita con abbraccio pieno di sentimento al ritrovato Arnautovic che prende il suo posto. Le forze fresche rivitalizzano nuovamente la Beneamata che torna a trazione anteriore e nello spumeggiare generale delle maglie nerazzurre a deliziarci di qualità è anche un tacco di Simone Inzaghi al 73esimo in un recupero palla su un fallo laterale. Fuori anche Calhanoglu e Dimarco e tra i vari ritorni ricompare in campo anche Stefano Sensi. Punizioni, incursioni, corner, (qualche errore, vedi quello di un mai domo, ma stanchino Lautaro), il Frosinone non riesce a contenere più la capolista e dopo cinque minuti di recupero Dionisi mette il punto su una spettacolare gara che mette nero su blu il perché questa Inter è prima in classifica, in corsa libera verso una seconda stella che oggi sembra doverosa.

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Sezione: Copertina / Data: Dom 12 novembre 2023 alle 22:44
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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