Oggi la Gazzetta dello Sport, in merito al caso Juventus, pubblica una parte della testimonianza resa da Giorgio Chiellini davanti ai magistrati lo scorso 4 aprile. Al centro di tutto, ovviamente, la 'manovra stipendi' relativa alle stagioni 2019/20 e 2020/21, quando Chiellini era il capitano dei bianconeri. "La maggior parte del colloquio, più o meno il 90 per cento, verte infatti sull’intesa collettiva società-giocatori dell’annata 2019-20, quella stoppata causa Covid e poi terminata in estate con l’ultimo dei 9 scudetti del ciclo Agnelli. La questione è nota: per i pm i famosi 4 stipendi sarebbero stati dilazionati e soltanto in minima parte ridotti. Di conseguenza la tesi dell’accusa è che la Juventus avrebbe dovuto contabilizzarli in maniera diversa nel bilancio. Tradotto: i magistrati sostengono che il club non avrebbe dovuto certificare un beneficio di 4 mensilità (90 milioni), ma soltanto di una perché gli altri tre stipendi erano stati garantiti ai giocatori, tramite scritture private ritrovate durante le perquisizioni, come “premio di permanenza” o “incentivo all’esodo” negli anni successivi", spiega la rosea. E le parole di Chiellini sembrano essere una conferma totale per la tesi dell'accusa.

Domanda del Pm: che cosa può riferire con riguardo allo stipendio percepito nella stagione 2019-20?
Chiellini: «Durante quel periodo di panico e difficoltà economica per la società – racconta il difensore - mi è stato chiesto di fare da tramite con il resto del gruppo per cercare di venirci incontro in questo momento straordinario che si era creato. Durante il mese di marzo, non ricordo il giorno, ho cominciato a parlare con i compagni per capire la disponibilità a venire incontro ai problemi che c’erano in società. Problemi di solvibilità soprattutto perché tutti gli introiti liquidi venivano a mancare. I miei riferimenti erano da una parte sia il presidente Andrea Agnelli sia Fabio Paratici, dall’altra tutti compagni. Prima quelli con cui ho stretto un maggiore legame negli anni, ma poi abbiamo sentito tutti. Il problema maggiore della società era la liquidità a breve termine e poi c’era l’incertezza: non si sapeva cosa sarebbe successo, c’era il pericolo concreto che non si potesse riprendere a giocare. Dopo varie chiacchierate con società e compagni, quello che è stato fatto è quello di rinunciare a quattro mensilità in modo da permettere al club di risparmiare in un momento molto difficile con la promessa che, una volta ripresa la stagione, in base a quello che sarebbe successo (ripresa o meno del campionato), una parte sarebbe tornata indietro. Una parte dei contratti sarebbe stata riadeguata in base a quanto avremmo giocato. Questa parte sarebbe oscillata tra le due e le tre mensilità. Da parte mia, a parte la soddisfazione per essere riusciti a trovare questo accordo, c’è stata la parola che poi queste intenzioni venissero riconfermate. Onestamente, poi, conoscendo come le persone della Juventus si sono comportate con me, non ho mai avuto dubbi. Se Andrea e Fabio danno la parola, non c’è ragione di temere».

Domanda del Pm: chi è stato favorevole e chi no dei compagni e come comunicavi con loro?
Chiellini: «[…] Non è stato facile parlare con i miei compagni, ma hanno accettato con la promessa che, se la stagione fosse ricominciata, saremmo stati ricompensati e qualcosa avremmo ripreso. Tra noi abbiamo comunicato con telefono e chat. È stata fatta a pezzi. Ognuno aveva la sua opinione, non è stato semplice. Non ricordo con esattezza chi era favorevole e chi no, la disponibilità c’è stata da parte di tutti. A noi la rinuncia a prendere denaro per qualche mese non ci cambia. Ci tenevamo, invece, che tutto lo staff fosse retribuito regolarmente».

Domanda del pm: cosa succedeva se un giocatore andava via?
Chiellini: «Quello che a me è stato messo in busta l’anno dopo, sarebbe stato dato a chi andava via come incentivo all’esodo».

Domanda del Pm: il recupero delle tre mensilità della stagione 2020-21 era certo o condizionato secondo l’accordo preso a marzo?
Chiellini: «Nelle stagioni successive era certo, qualcuno però lo aveva “spalmato” su più di un anno».

Domanda dei pm: premesso che non l’ha fatto lei, nel comunicato si dà atto delle quattro mensilità ma non vi è riferimento a tre mensilità, ad “accordi raggiunti”, o ad incentivi all’esodo...
Chiellini: «Ne prendo atto. Ricordo che sono stato contattato da qualche altro giocatore di altre squadre, stavano anche loro cercando di trovare un accordo e gli ho spiegato quello che avevamo fatto noi. Ai colleghi che mi hanno contattato, ho risposto che una parte ci sarebbe stata restituita l’anno successivo, negli anni successivi».

E ancora, nelle pagine seguenti. «Tutti (inteso i compagni, ndr) eravamo comunque a conoscenza che il comunicato stampa sarebbe stato diverso dagli accordi. […] Noi abbiamo rinunciato per il bene della società, poi nel bilancio non so cosa abbiano messo. O meglio: so che hanno messo i 90 milioni di rinuncia. Non so se era corretto o meno farlo».

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Sezione: Copertina / Data: Gio 22 dicembre 2022 alle 11:16 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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