Lunga intervista di Tuttosport a Giovanni Branchini, certamente uno dei migliori procuratori della storia del calcio, personaggio che nel corso degli anni è stato protagonista di alcune tra le trattative più rilevanti di calciomercato.

L’arrivo di Ronaldo il Fenomeno all’Inter è stato l’affare più complesso? 
"Il più cruento. Il Barcellona ha sempre pensato di essere al di sopra di tutto e di poter dettare ogni volta le condizioni. Io mi picco di essere stato il primo a “inventare” la clausola rescissoria. Nel contratto feci in modo che ci fosse una serie di clausole - assolutamente legali - per avere la possibilità/certezza di uscire. E al momento opportuno le facemmo valere. Ronaldo voleva un contratto senza diritti d’immagine, senza troppe voci legate all’ingaggio e all’Inter depositammo un unico contrattino federale molto chiaro: lo stipendio punto e basta. Ronaldo voleva questo tipo di chiarezza". 

È vero che ci provò anche la Lazio? 
"Sì. Cragnotti andò in Brasile per parlare con i miei soci. Noi portammo le proposte a Ronaldo e lui scelse l’Inter". 

L’operazione che credevi quasi impossibile e invece si è realizzata? 
"Non ne ho mai parlato...". 

Quale? 
"Ronaldo alla Juve. È nata da un incrocio di informazioni e il nostro compito - ottenuta la disponibilità di Ronaldo e in piena collaborazione con i suoi agenti - è stata quella di portare le notizie giuste all’acquirente. Tutto è nato dopo la finale di Champions, con la scintilla fatta scoccare da Mendes, che ha fatto un grande lavoro con il Real rendendo possibile la cessione di questo incredibile campione". 

È vera la storia che Marotta non fosse d’accordo? 
"Non me ne sono mai accorto. Se l’ha fatto, deve essere successo in privato. Perché il presidente, lui e Paratici hanno lavorato sempre in grande sintonia". 

Ma come è il livello del campionato italiano? Intendo il campionato, non il calcio italiano... 
"Ma è la stessa cosa. Non siamo in salute. Tutti hanno intuito la patologia ma nessuno interviene. Abbiamo vissuto come un dramma l’eliminazione al Mondiale, da 9 anni non vinciamo una Coppa, da 15 non tiriamo fuori un vero campione, ma nessuno si sente responsabile. Dieci anni fa Chiellini era considerato un ottimo giocatore, ora è un insostituibile. È tutto un sistema che non funziona, a partire dalla gestione dei giovani, delle loro carriere, dell’ingerenza delle famiglie. E poi ci sono le colpe dei media...". 

Quali? 
"La sete di trovare campioni da raccontare. A volte vengono celebrati, come campioni, giocatori che ancora non lo sono e magari, anche per questa sovraesposizione, non lo saranno mai". 

Sei molto vicino ad Allegri. Resterà alla Juve? 
"Penso proprio di sì. I presupposti ci sono tutti, ma proprio per la qualità del rapporto che esiste tra di loro saranno importanti gli incontri che avranno". 

Spalletti resterà all’Inter? 
"Sì". 

Conte andrà alla Roma? 
"Con il rapporto che c’è tra la famiglia Conte e Petrachi, direi che la cosa è molto probabile". 

Chiesa andrà alla Juve? 
"Sì, ma la Juve dovrà prima portare a termine alcune cessioni". 

La Juve farà una piccola rivoluzione? 
"Penso proprio di sì". 

Dybala? 
"La sua cessione è stavolta possibile. Non credo sia contento lui e non credo sia contenta la Juve di questa stagione". 

Lo scambio con Icardi è fantacalcio? 
"No, perché tutti avrebbero la possibilità di guadagnare da uno scambio del genere". 

Ma chi ci guadagnerebbe di più? 
"Questo potrebbe deciderlo solo il campo". 

Barella? 
"Giocatore straordinario. Mi ricorda Scholes. E penso che possa andare proprio al Manchester United". 

Tonali? 
"Col Brescia in A, considerando l’affetto che Cellino ha per i suoi campioni, lo vorrà far crescere ancora un po’, tenendolo almeno per un anno". 

Insigne lascerà il Napoli? 
"Forse sì". 

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Sezione: Copertina / Data: Mer 01 maggio 2019 alle 09:11 / Fonte: Tuttosport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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