Protagonista assoluto con un gol nella vittoria dell'Italia sul Belgio ai quarti di finale di Euro 2020, Nicolò Barella si presenta in conferenza stampa al Media Centre di Coverciano a pochi giorni dalla semifinale Italia-Spagna: "La Spagna campione d'Europa, come collettivo, era un centrocampo incredibile. C'erano grandissimi campioni, qui ci sono grandi giocatori. Speriamo di fare come loro e magari anche meglio" si augura il classe '97.
Sulle 'Notti Magiche' personali:
"Si possono vivere emozioni anche senza averle vissute, coi racconti. Quel 1990 è stato bello, speriamo di farlo rivivere alla gente in un periodo così".
Sul centrocampo azzurro:
"Ricevere tanti complimenti è bello, facciamo un lavoro importante per la squadra. Il fulcro di tutto è il gruppo, la forza d'intenti comune. Questo è ciò che cercheremo di portare fino alla fine della competizione e negli anni che verranno. Il centrocampo è il reparto in cui passa il gioco: Jorginho e Verratti sono due fenomeni, cercano di far girare la squadra. Io cerco di pensare più all'inserimento".
L'intesa con Berardi e Chiesa:
"Con loro è diverso: Mimmo viene dentro al campo, Fede sta più largo. Io mi adatto ai loro movimenti, ma non cambia niente".
Ancora sul centrocampo 'titolare':
"Siamo tutti titolari. Non sono io il titolare e Locatelli l'alternativa. Poi ci sono Pessina, Castrovilli, chi è rimasto a casa per infortunio o che ci è rimasto per altre scelte. Parlare solo di noi tre sarebbe irrispettoso, ma insieme a quello dell'Inter è uno dei centrocampi più forti in cui abbia giocato. Qui mi trovo altrettanto bene".
Su Jorginho:
"Non sbaglia mai, lo fa raramente, è sempre difficile dire che poteva fare meglio o in un altro modo. Ognuno fa il suo gioco, si può sempre far meglio o peggio ma il calcio è così. E Jorginho raramente fa male o peggio".
Il discorso di Mancini dopo Belgio-Italia:
"Quando stava parlando il mister mi stavo scambiando la maglia con Lukaku, ma mi son fatto raccontare dagli altri quel che diceva. Sono cose di spogliatoio e non le faccio girare: sono cose nostre, magari lo diremo alla fine".
Sul compagno Lukaku:
"Ero dispiaciuto per lui. Abbiamo creato qualcosa di speciale, ma avrà tante altre occasioni per festeggiare".
Sui modelli in Spagna:
"Hanno avuto grandi campioni che hanno ispirato tutti, come Xavi e Iniesta. È facile dire che siamo stati ispirati ma tutti quelli che amano il calcio. Io ho caratteristiche diverse, rivedermi in loro era difficile".
Sulla Spagna di oggi:
"Busquets è da tanti anni uno dei migliori al mondo, nella Spagna e nel Barcellona: c'è solo da fargli i complimenti. Poi ci sono Pedri, Koke. Sarà una bella partita e cercheremo di battere il loro centrocampo e la Spagna".
Sull'importanza di rappresentare la Sardegna:
"Segnare un gol è sempre un'emozione, farlo all'Europeo è ancor più bello. Per me il gol è bellissimo, aiutare la squadra è ancora meglio. Riva è un mito irraggiungibile, poi quel che farò io nella mia carriera sarà comunque bellissimo. Spero di avvicinarmi e di rendere orgogliosa la Sardegna".
Sul grave infortunio di Spinazzola:
"È stato strano non festeggiare perché è successo qualcosa al tuo compagno, che è stato un protagonista. È stato difficile, è stato il primo gol per il quale non ho esultato a fine partita. Il calcio dà tanto e ci toglie tanto, purtroppo è il nostro lavoro e la nostra passione. Non possiamo far altro che renderlo orgoglioso in altri modi e festeggiare per lui".
Su Emerson Palmieri:
"Hanno caratteristiche diverse, sono tutti e due propensi alla fase offensiva: Eme è un grandissimo giocatore come Spina. Non c'è nessuno preoccupato per questo, nessuno ha niente da consigliare a lui: ha vinto la Champions, ci aiuterà come ha sempre fatto. Ha già giocato tantissime gare per noi, c'è solo fiducia per lui".
Sulla possibile vittoria dell'Europeo:
"Come ho detto da quando sono qui in Nazionale, il mister ci ha dato una mentalità vincente. Giochiamo sempre per vincere. A me è andata sempre bene, ma il mister ha fatto un grandissimo lavoro. La sua mentalità ci ha dato tanto, giochiamo tutte le gare per vincere sempre, fino alla fine. Ora affronteremo la Spagna: è una gara difficile, siamo due squadre simili perché vogliamo entrambe il pallino del gioco. Cercheremo di tenerlo noi e di metterli fuori tempo. Spero sia una bella partita, ce la godremo in un grande stadio e in un ambiente fantastico".
Sulla vittoria dell'Italia U21 contro la Spagna U21:
"Siamo andati sotto, poi siamo poi riusciti a recuperare. È stata una gara complicata: la Spagna, sia a livello di Nazionale A che di giovanili, vuole sempre dominare il gioco. Però avevamo la squadra migliore di quella competizione, anche se poi purtroppo abbiamo commesso degli errori che non ci hanno permesso di vincere e son stati bravi loro ad arrivare alla finale per poi vincerla. Però è un bel ricordo: è stata la prima gara importante in una competizione del genere".
Sulla similitudine tra Inter e Italia:
"La parola che le accomuna la tengo dentro di me e la dico alla fine. C'è sicuramente una grandissima unità d'intenti, l'obiettivo era lo Scudetto e ce l'abbiamo fatta. Qui era arrivare più lontano possibile e ce la stiamo facendo alla grande. E poi c'è il gruppo: ha fatto la differenza all'Inter e lo sta facendo qui. Qui è anche più facile, siamo tutti italiani, abbiamo una cultura simile che ci avvicina".
Sulla famiglia e le tre figlie:
"Mi sono sempre piaciute le responsabilità. Spero di renderle orgogliose: mi mancano e le mando un bacio, sperando di festeggiare con loro alla fine".
VIDEO - MERCATO INTER, SPUNTANO UN EX NERAZZURRO E UN ESTERNO DEL LIVERPOOL
Sulle 'Notti Magiche' personali:
"Si possono vivere emozioni anche senza averle vissute, coi racconti. Quel 1990 è stato bello, speriamo di farlo rivivere alla gente in un periodo così".
Sul centrocampo azzurro:
"Ricevere tanti complimenti è bello, facciamo un lavoro importante per la squadra. Il fulcro di tutto è il gruppo, la forza d'intenti comune. Questo è ciò che cercheremo di portare fino alla fine della competizione e negli anni che verranno. Il centrocampo è il reparto in cui passa il gioco: Jorginho e Verratti sono due fenomeni, cercano di far girare la squadra. Io cerco di pensare più all'inserimento".
L'intesa con Berardi e Chiesa:
"Con loro è diverso: Mimmo viene dentro al campo, Fede sta più largo. Io mi adatto ai loro movimenti, ma non cambia niente".
Ancora sul centrocampo 'titolare':
"Siamo tutti titolari. Non sono io il titolare e Locatelli l'alternativa. Poi ci sono Pessina, Castrovilli, chi è rimasto a casa per infortunio o che ci è rimasto per altre scelte. Parlare solo di noi tre sarebbe irrispettoso, ma insieme a quello dell'Inter è uno dei centrocampi più forti in cui abbia giocato. Qui mi trovo altrettanto bene".
Su Jorginho:
"Non sbaglia mai, lo fa raramente, è sempre difficile dire che poteva fare meglio o in un altro modo. Ognuno fa il suo gioco, si può sempre far meglio o peggio ma il calcio è così. E Jorginho raramente fa male o peggio".
Il discorso di Mancini dopo Belgio-Italia:
"Quando stava parlando il mister mi stavo scambiando la maglia con Lukaku, ma mi son fatto raccontare dagli altri quel che diceva. Sono cose di spogliatoio e non le faccio girare: sono cose nostre, magari lo diremo alla fine".
Sul compagno Lukaku:
"Ero dispiaciuto per lui. Abbiamo creato qualcosa di speciale, ma avrà tante altre occasioni per festeggiare".
Sui modelli in Spagna:
"Hanno avuto grandi campioni che hanno ispirato tutti, come Xavi e Iniesta. È facile dire che siamo stati ispirati ma tutti quelli che amano il calcio. Io ho caratteristiche diverse, rivedermi in loro era difficile".
Sulla Spagna di oggi:
"Busquets è da tanti anni uno dei migliori al mondo, nella Spagna e nel Barcellona: c'è solo da fargli i complimenti. Poi ci sono Pedri, Koke. Sarà una bella partita e cercheremo di battere il loro centrocampo e la Spagna".
Sull'importanza di rappresentare la Sardegna:
"Segnare un gol è sempre un'emozione, farlo all'Europeo è ancor più bello. Per me il gol è bellissimo, aiutare la squadra è ancora meglio. Riva è un mito irraggiungibile, poi quel che farò io nella mia carriera sarà comunque bellissimo. Spero di avvicinarmi e di rendere orgogliosa la Sardegna".
Sul grave infortunio di Spinazzola:
"È stato strano non festeggiare perché è successo qualcosa al tuo compagno, che è stato un protagonista. È stato difficile, è stato il primo gol per il quale non ho esultato a fine partita. Il calcio dà tanto e ci toglie tanto, purtroppo è il nostro lavoro e la nostra passione. Non possiamo far altro che renderlo orgoglioso in altri modi e festeggiare per lui".
Su Emerson Palmieri:
"Hanno caratteristiche diverse, sono tutti e due propensi alla fase offensiva: Eme è un grandissimo giocatore come Spina. Non c'è nessuno preoccupato per questo, nessuno ha niente da consigliare a lui: ha vinto la Champions, ci aiuterà come ha sempre fatto. Ha già giocato tantissime gare per noi, c'è solo fiducia per lui".
Sulla possibile vittoria dell'Europeo:
"Come ho detto da quando sono qui in Nazionale, il mister ci ha dato una mentalità vincente. Giochiamo sempre per vincere. A me è andata sempre bene, ma il mister ha fatto un grandissimo lavoro. La sua mentalità ci ha dato tanto, giochiamo tutte le gare per vincere sempre, fino alla fine. Ora affronteremo la Spagna: è una gara difficile, siamo due squadre simili perché vogliamo entrambe il pallino del gioco. Cercheremo di tenerlo noi e di metterli fuori tempo. Spero sia una bella partita, ce la godremo in un grande stadio e in un ambiente fantastico".
Sulla vittoria dell'Italia U21 contro la Spagna U21:
"Siamo andati sotto, poi siamo poi riusciti a recuperare. È stata una gara complicata: la Spagna, sia a livello di Nazionale A che di giovanili, vuole sempre dominare il gioco. Però avevamo la squadra migliore di quella competizione, anche se poi purtroppo abbiamo commesso degli errori che non ci hanno permesso di vincere e son stati bravi loro ad arrivare alla finale per poi vincerla. Però è un bel ricordo: è stata la prima gara importante in una competizione del genere".
Sulla similitudine tra Inter e Italia:
"La parola che le accomuna la tengo dentro di me e la dico alla fine. C'è sicuramente una grandissima unità d'intenti, l'obiettivo era lo Scudetto e ce l'abbiamo fatta. Qui era arrivare più lontano possibile e ce la stiamo facendo alla grande. E poi c'è il gruppo: ha fatto la differenza all'Inter e lo sta facendo qui. Qui è anche più facile, siamo tutti italiani, abbiamo una cultura simile che ci avvicina".
Sulla famiglia e le tre figlie:
"Mi sono sempre piaciute le responsabilità. Spero di renderle orgogliose: mi mancano e le mando un bacio, sperando di festeggiare con loro alla fine".
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