Aurelio Andreazzoli ha visto sbocciare il talento di Leandro Paredes ai tempi della Roma. La Gazzetta dello Sport ha intervistato l'ex tecnico dei giallorossi proprio per parlare dell'argentino, accostato con forza all'Inter in vista del mercato di gennaio. "Nonostante fosse molto giovane, già quando è arrivato dimostrava la serietà e la maturità di chi a quell’età era già padre - ricorda Andreazzoli -. Comportamenti da “10”, ottima caratteristica in relazione alla capacità di vedere la porta e cercarla anche da lontano. Forse il limite poteva essere che non era velocissimo, ma è sempre stato molto veloce di pensiero, e questo lo ha aiutato tornando qualche metro indietro quando è andato a Empoli, esperienza eccellente".

Tra Argentina, Zenit e Psg poi si è ritagliato una dimensione internazionale: com’è cambiato da allora?
"La Serie A italiana è quella che ti dà una collocazione, se riesci qua a ritagliarti uno spazio - in particolare in quel ruolo - vuol dire che hai già una tua dimensione. Poi la crescita che deriva dall’esperienza arriva soltanto con l’età e la frequentazione non solo di campionati ma anche di compagni di alto livello che ti fanno crescere".

In quale ruolo può dare il meglio?
"Dipende dai compagni che ha vicino: se sono due mezzali, se uno dei due può trasformarsi in trequarti… È uno dei tanti giocatori, come Pirlo nei suoi primi anni o Bennacer con me a Empoli, che è arrivato trequartista e poi nel tempo si è trasformato".

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Sezione: Rassegna / Data: Gio 19 novembre 2020 alle 09:36 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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