Tommaso Giulini, intervistato dal Corriere dello Sport, si dice favorevole alla ripresa del campionato e ne spiega le motivazioni.
 
Martedì scorso la Lega ha votato all’unanimità per la ripresa della Serie A. Com’è nata questa compattezza? 
"L’unità della Lega nasce dalla necessità di maggiore professionalità nella gestione del momento. È infatti inaccettabile la strumentalizzazione di due bozze di documenti tecnici allo scopo di definire le posizioni delle società rispetto alla ripresa. Serviva una posizione chiara". 
 
Qualche suo collega però si è già pentito di aver votato a favore della ripresa... 
"Io guardo in casa mia. Noi siamo favorevoli alla ripresa, ma a certe condizioni. Ritengo che non sia opportuno riprendere gli allenamenti, con protocolli complessi e onerosi come quelli finora ipotizzati, se non vengono chiarite determinate questioni. Diciamo quattro". 
 
Quali questioni? 
"Innanzitutto la certezza di riprendere il campionato con date, luoghi e modalità definite. E’ già un passo avanti aver individuato la data limite oltre la quale questo campionato non potrà scollinare cioè domenica 2 agosto". 
 
Non crede che sia impossibile avere date e luoghi certi prima di riniziare gli allenamenti? 
"Non solo non è impossibile, ma è indispensabile. Semmai nuove circostanze impreviste potranno portare a successive modifiche sempre entro la data limite del 2 agosto. Oltre quella si dovrà cristallizzare la classifica". 
 
Cosa ne pensa di una Serie A 2020/21 a 22 squadre? 
"In caso di conclusione della A il 2 agosto, con le coppe europee che si chiuderanno il 29 agosto, immagino che la nuova stagione non riprenderà prima di fine settembre e di conseguenza vedo difficile trovare le date per giocare la A a 22 formazioni". 
 
Andiamo avanti con la seconda questione. 
"Serve un regolamento chiaro e inappellabile in caso di eventuali contagi all’interno di una o più squadre. O peggio, in caso di nuovo lockdown. In circostanze simili il campionato andrebbe decretato concluso e la classifica cristallizzata a quel momento". 
 
La Bundesliga però ricomincerà il 9 o il 16 maggio e ha scelto la strada della Figc. Rischioso? 
"Decidere con buon senso e prendendosi delle responsabilità non è mai privo di rischi". 
 
Passiamo alla terza. 
"E’ indispensabile il prolungamento dei prestiti e dei contratti in scadenza il 30 giugno fino al nuovo termine della stagione". 
 
Il Cagliari ha parecchi giocatori in prestito. Un problema in più per voi in questo finale? 
"Sono certo che uomini come Radja Nainggolan continuerebbero comunque a dare il 100% per il Cagliari fino all’ultimo minuto dell’ultima gara. Chi non lo farà, rimarrà a guardare". 
 
Finiamo con l’ultima questione. 
"Ci vuole un accordo di rinuncia parziale alla retribuzione da parte di tutti i calciatori in rosa che per più di 2 mesi consecutivi non avranno fornito alcuna prestazione". 
 
Se i giocatori accetteranno di scendere in campo fino a fine luglio, non crede che, almeno gli svincolati, chiederanno un mese di stipendio in più? 
"Sì. Qualora i mesi di inattività si limitassero a due e mezzo come speriamo, credo infatti sia congruo che i calciatori rinuncino solo a un dodicesimo della loro retribuzione complessiva". 
 
Si aspettava che le tv chiedessero un riequilibrio dei pagamenti (Sky) o una dilazione (Dazn e Img)? Lei lo avrebbe fatto al loro posto? 
"Non c’è alcun motivo contrattuale per chiedere uno sconto a maggior ragione se il campionato dovesse concludersi e tutte le giornate fossero disputate". 

Sezione: Rassegna / Data: Mar 28 aprile 2020 alle 09:36 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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