Xherdan Shaqiri ha già fatto innamorare di sé. Ci ha messo poco l'ex di Basilea e Bayern a incantare il Meazza e il gol è stato solo il suggello a un sentimento reciproco sbocciato quasi spontaneamente. "Puoi dargli la palla sui piedi o sulla corsa, lui sa cosa fare. Ecco perché Roberto Mancini ha voluto Shaqiri. Perché dà profondità, perché può accentrarsi e calciare oppure cercare il corridoio per i compagni. Il gol è solo la coda di una serata che è sembrata confezionata apposta. A partire dalla vigilia, con il cartello promozionale della partita in cui campeggiavano Shaqiri e Podolski. Erano i due nuovi acquisti a invitare allo stadio i tifosi interisti. Sono stati loro due a creare, cucire e produrre il gol. Un asse di lingua tedesca che ha retto l’intera squadra, loro due più l’«austriaco» Kovacic, nativo di LinzShaqiri si è preso il Meazza dopo essersi guadagnato subito la fiducia dei compagni. Non esiste un allenamento fine a se stesso, per lui ogni pallone della Pinetina è da conquistare. E Mancini gli ha dato le chiavi dei calci piazzati, sia da destra sia dalla parte opposta, a piede invertito. Nello spogliatoio pian piano sta entrando nel cuore dei compagni".

Sezione: Rassegna / Data: Gio 22 gennaio 2015 alle 12:10 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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