La Gazzetta dello Sport l'ha ribattezzata "Mauro League". E il motivo è facile da intuire: 4 partite, 3 gol. Icardi va, anche in Europa. "Il primo tempo è un’illusione ottica, serve giusto per mandare fuori strada gli avversari, che osservano il dito invece di ammirare la luna - si legge -. Guardate qui, quel centravanti non fa paura, toccherà sì e no otto palloni in tutta la partita, tranquilli. Palla c’è, palla non c’è. Ecco il secondo tempo, quando i difensori abbassano la guardia, se la sentono in tasca la vittoria. E arriva lui, l’inventore della Mauro League: 45 minuti fatti per bene, quelli giusti per sistemare le cose, apparecchiare la serata e addobbare la classifica. E pure lamentarsi, perché un capitano per definizione non può esser contento di un pareggio: «Alla fine avremmo dovuto far meglio, potevamo pure vincere. Vogliamo passare il girone, ci servono altri punti. Vorrà dire che li faremo a Londra». Tottenham avvisato, ma non si illuda Pochettino, perché di mezzo salvato con Icardi non c’è nessuno. Maurito è la fotografia della Champions dell’Inter. E’ il debuttante che si affaccia in un mondo nuovo, un lunapark nel quale entri e non sai da che parte iniziare, per quanto sei emozionato. E allora l’intelligenza sta nel non cambiare modo di giocare: semplice, faccio il mio, il gol, che basta e avanza per avvicinare l’Inter alla porta segreta del lunapark, quella che dà accesso ai giochi per gli eletti, quelli che si fanno da febbraio in avanti".

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Sezione: Rassegna / Data: Mer 07 novembre 2018 alle 09:05 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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