Nicolò Barella oggi è il simbolo dell'Italia, il top-player riconosciuto da tutti. Lontano quel primo settembre 2017 quando Gigi Di Biagio lo faceva esordire in Under-21 nel test perso 3-0 con la Spagna. Proprio l'ex centrocampista ne parla alla Gazzetta dello Sport. "Conoscevo Nicolò dall'Under 15, l'avevo allenato anche con l'Under 16, dunque non avevo dubbi: lo chiamavamo "il ragazzino vivace", a volte anche troppo. Il carattere lo portava a essere disordinato, ma da quel disordine è nata la duttilità che oggi fa la differenza, perché lo fa giocare in tutti i ruoli: play, interno, sottopunta. Calciatore totale".

La sua evoluzione, tecnica e tattica.
"A volte era un po' frenetico, voleva tutto e subito, oggi invece dà tranquillità anche nei momenti complicati, oltre ai tempi di gioco. Non ha paura di giocare nel traffico, con l'avversario addosso, non si innervosisce per cose stupide come un tempo".

Giovedì ancora contro la Spagna...
"Le racconto un altro Italia-Spagna che Nicolò farà bene a ricordare: Europeo 2019, 3-1 per noi e lui stravinse un duello favoloso con Fabian Ruiz".

Ma riesce a dire a chi paragonerebbe Barella?
"Con una fisicità diversa, è un misto fra il primo De Bruyne, che era più centrocampista di adesso, e il primo Kroos, che era più incursore".

Sezione: Rassegna / Data: Lun 17 giugno 2024 alle 09:24 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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