Il -15 comminato dalla Corte federale d'appello alla Juventus in classifica, nell'ambito del processo bis per le plusvalenze, occupa gran parte del pezzo scritto da Paolo Condò per la Repubblica dopo le gare del week-end dell'ultima giornata del girone d'andata di Serie A. "Questa dei verdetti a rate è una novità che sarebbe stato bene evitare, come sempre in passato nei grandi casi di cui si è occupata la giustizia calcistica - scrive il giornalista a proposito della sentenza arrivata venerdì sera -. Lo scandalo del Totonero (1980), quello che il 23 marzo aveva visto addirittura l’arresto in campo di 13 giocatori, andò a sentenza di primo grado il 18 maggio — a campionato appena concluso — e di secondo il 19 luglio. Il Totonero-bis (1986) venne giudicato in primo grado il 9 agosto e in appello il 26. Calciopoli (2006) portò la prima sentenza il 14 luglio e il secondo grado il 25. Per il Calcioscommesse del 2011 i giudizi arrivarono il 9 e il 19 agosto mentre le sue derivazioni Bis e Ter si conclusero fra giugno e agosto dell’anno dopo. Sempre a campionati finiti, e prima che iniziassero quelli successivi. In questi processi vennero comminate sanzioni durissime — basti pensare alla retrocessione di Milan e Lazio nel 1980 e della Juve nel 2006 — che non intaccarono l’ordine e la regolarità dei tornei. Cosa che una punizione a metà stagione, forse non definitiva, inevitabilmente fa (...). La strada maestra sarebbe un processo sportivo istruito almeno dopo la sentenza penale di primo grado: siccome i tempi del calcio sono necessariamente più rapidi, un processo sportivo unico celebrato nell’estate 2023 sull’insieme dei filoni rivelati dall’inchiesta Prisma (e magari del materiale aggiunto nel frattempo da altre procure) sarebbe stato di gran lunga preferibile".

Passando ai fatti squisitamente di campo, Condò inquadra così la corsa scudetto proiettandosi agli impegni delle due milanesi tra oggi e domani: "Il Napoli ha girato a quota 50, dove l’aria è rarefatta e il paesaggio meraviglioso, senza distrarsi a guardarlo. Non si è seduto sul vantaggio, né preoccupato per la coppa Italia svanita: Osimhen ha suonato senza sosta il tamburo finché la Salernitana non ha alzato le mani, implorando un po’ di quiete. L’Inter oggi e il Milan domani sono chiamate a reggerne il ritmo, e se Inzaghi lo farà con la serenità di chi ha già portato a casa una vittoria — la Supercoppa è il terzo trofeo in bacheca firmato Simone, qualcosa vuol dire — , Pioli è invece atteso dall’ultimo scontro diretto dell’andata, in casa Lazio. Su entrambe le milanesi grava il peso di dover dare il massimo senza la certezza che basti per rientrare in corsa: ma il girone che va in archivio è stato — almeno lui — chiarissimo". 

Sezione: Rassegna / Data: Lun 23 gennaio 2023 alle 10:00
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
vedi letture
Print