Rimanere sorpresi per l'epilogo di questo campionato sembra quasi una forzatura, visto che a Reggio Emilia era quasi scontato che finisse così. Era la festa del Sassuolo, non certo quella dell'Inter e calcoli a parte la squadra nerazzurra ha più volte dimostrato di non avere la personalità per sfidare il destino. A maggior ragione con una formazione rimaneggiata e priva di stimoli a prescindere dalla richiesta di concentrazione da parte dell'allenatore, venuta prontamente meno come di consueto. Nulla di grave, solo il classico retrogusto amaro che nasce dall'ennesima prestazione deludente ma che non cambia assolutamente la sostanza di questa stagione.

ULTIMO GIORNO DI SCUOLA – Più delle motivazioni del Sassuolo hanno prevalso quelle dell'Inter, pari quasi a zero a parte qualche giocatore che almeno c'ha provato, forse perché consapevole di doversi guadagnare ancora la conferma. In generale, comunque, l'Inter ha preferito adeguarsi al clima di festa locale, in punta di piedi e senza recare disturbo come un ospite sgradito. Insomma, la sensazione, almeno alla voce 'concentrazione' (il grave tallone d'Achille di questa annata), è stata quella da ultimo giorno di scuola, quello in cui nessuno ha voglia di aprire un libro e solo in pochi devono farsi trovare preparati per meritarsi l'ammissione agli esami. Che saranno estremamente severi, c'è da scommetterci.

IL GIOCO DEI NOVE (PANCHINARI) – Vista la situazione, Mancini ha fatto bene a non imbottire l'undici titolare di ragazzi per evitare di scoprire troppo le carte e concedersi, anche mediaticamente, alle polemiche tipicamente italiane che trovano terreno fertile in serate come questa. Però forse, per salvare le apparenze, ha consegnato la sua squadra a un'altra brutta figura, seppur indolore. Magari i 7 Primavera (più Gnoukouri e Manaj, ormai in pianta stabile tra gli adulti) avrebbero gettato sul campo tutta la loro voglia di ben figurare nella massima serie, alterando gli equilibri attesi da Di Francesco. Alla fine, a esordire sono stati Radu e Della Giovanna, con Mancini che tocca quota 34 da questo punto di vista. I due giovanotti, senza dubbio, saranno gli unici a ricordare con piacere questa partita.

GERVASONI, NON CI MANCHERAI – Ultima chiamata, ieri sera, anche per Paolo Gervasoni, che per raggiunti limiti d'età deve chiudere la propria carriera arbitrale. E lo fa con una prestazione che di certo non gli rende merito, anzi. Di per sé non certo un fenomeno col fischietto in mano, al 'Mapei' alle solite e fastidiose sbavature ha aggiunto, a quanto pare, una chicca: annullare per fuorigioco il gol di D'Ambrosio in perfetta collaborazione con l'assistente Fiorito, a dimostrazione che in due non hanno capito nulla. Del tutto fuori luogo, poi, il rosso a Murillo, estratto quasi per piacere personale che per una reale motivazione. Ma è giusto attendere il referto per capire quanto bene conosce lo spagnolo. No, non c'era bisogno di fare il fenomeno in una serata del genere, caro Gervasoni. Non ci mancherai, questo è certo.

MURILLO OFFLINE Vista la giovane età era prevedibile un down, ma nell'ultimo mese e forse qualcosa in più Jeison Murillo ha esposto in vetrina tutti i suoi limiti, ben mascherati da un girone d'andata eccezionale. Anche ieri sera al 'Mapei' Stadium il colombiano non è stato il manifesto della sicurezza. Al di là della deviazione che ha spiazzato Carrizo, la colpa del raddoppio è di un suo intervento fuori tempo. E non è che faccia molto per evitare che Politano abusi di Telles sul terzo gol. Va bene che senza Miranda è dura e che a giugno c'è la Copa America, ma Muralla ha iniziato troppo presto a staccare la spina. E la permalosità fuori luogo di Gervasoni non è un'attenuante per la terza espulsione stagionale.

NUMERIMBARAZZANTI - A bocce (finalmente) ferme, è possibile dare un'occhiata anche ai numeri e, come prevedibile, si rivelano impietosi. Si pensi alle 11 sconfitte complessive, o che nel girone di ritorno, lontano dalle mura (non sempre) amiche del 'Meazza', l'Inter ha raccolto la miseria di 6 punti su 30 disponibili. Chi volesse trovare una causa concreta del mancato piazzamento Champions, ce l'ha davanti. A questo si aggiunge la sterilità offensiva: appena 50 reti all'attivo, 33 in meno della Roma e 30 in meno del Napoli. Un dato, questo, che assume contorni ancora più demoralizzanti considerando che la coppia Higuain-Insigne a timbrato il cartellino appena 2 volte in meno della squadra nerazzurra. C'è poi un'altra statistica che lascia perplessi: 12 espulsioni, l'ultima ieri a Murillo. Tante, troppe per qualunque squadra, figuriamoci per una che spesso e volentieri la cattiveria agonistica l'ha lasciata nello spogliatoio. Due aspetti che meriterebbero un'approfondita riflessione da parte di tutta la società e dello staff tecnico, nelle dovute sedi ovviamente.

GRAZIE (?) DI TUTTO E ADDIO – Ultimo giorno di scuola, si diceva. E per qualcuno ultimo giorno di Inter. L'Erasmus verosimilmente si è concluso per alcuni dei giocatori convocati ieri e, chissà, anche per qualcuno che è rimasto a casa. Impossibile fare previsioni, di certo c'è che una nutrita fetta della rosa nerazzurra, fosse per Mancini, non dovrebbe presentarsi al raduno di Appiano a inizio luglio. E la partita del 'Mapei' altro non ha fatto che rafforzare tali convinzioni. Al contempo, è chiaro che non ci potranno essere rivoluzioni, la società non ha la forza economica per replicare quanto fatto l'estate scorsa e l'allenatore, sempre che nel frattempo non strappi il contratto,dovrà riaccogliere anche chi non lo ha convinto al 100%. Presentarsi ai nastri di partenza della nuova stagione con solo quel nucleo di 5-6 punti fermi (più qualche nuovo acquisto ancora da verificare), come lui li ha definiti, sarebbe piuttosto limitante.

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 15 maggio 2016 alle 08:15
Autore: Redazione FcInterNews.it
vedi letture
Print