Vedi Napoli e poi… No, meglio non proseguire, però purtroppo le sensazioni sono quelle di una stagione ormai morta e sepolta. L’Inter torna nello stadio dove iniziò irrimediabilmente ad entrare nel tunnel e proprio a Napoli trova i complementi per arredarlo: sesta sconfitta nelle ultime sette partite, ancora una partita senza reti all’attivo, soprattutto una partita che, considerati anche i risultati in contemporanea di Lazio e Udinese, emette una sentenza senza appello: a meno di miracoli, addio Champions League. Il tutto contro un Napoli che a tratti ha dato l’impressione di giocare non al massimo delle proprie potenzialità, forse capendo che si poteva essere cinici al momento giusto per trafiggere questa squadra ormai partita per la tangente. L’occasione giusta viene capitalizzata da Dzemaili e Lavezzi che costruiscono il gol vittoria che affossa definitivamente tutte le speranze nerazzurre. Che nemmeno il sospiro del rosso ad Aronica rianima.
TROPPO POC(H)O – All’ultimo momento Ranieri deve fare un cambio, vista l’influenza che ha messo ko Cristian Chivu: al suo posto Marco Faraoni, cui spetterà il compito di frenare le proiezioni di Lavezzi e Zuniga. Faraoni che partecipa attivamente al buon inizio della squadra nerazzurra, che comincia in maniera propositiva. Ma ci mette poco il Napoli a guadagnare campo, anche se la sua offensiva produce pericoli solo da calcio piazzato, anche se il Pocho, legittimando le parole della vigilia di Javier Zanetti, si pone immediatamente come perno del gioco azzurro mettendo spesso in difficoltà Faraoni. Si registrano dopo nemmeno venti minuti scintille tra Gargano e Sneijder: evidentemente l’uruguayano non si è ancora dimenticato l’intervento killer dell’olandese in Coppa Italia e allora prova alla prima occasione a regolare i conti. Napoli che spinge, Inter che stringe i denti, aiutata da un Forlan generosissimo in fase difensiva ma sempre troppo distratto in zona d’attacco. E Nagatomo, rivivendo forse la serata di San Siro dove Maggio gli fece vedere le streghe, appare troppo timoroso e commette tanti errori.
SI MORDE IL FRENO – Insomma, il quadro appare fosco come sempre: squadra senza idee, giocatori che si ostacolano tra di loro ai limiti dell’imbarazzo, Sneijder che più che creare disfa. A momenti Cavani legittima la superiorità dei partenopei sfiorando il gol con la spalla stile Chelsea, Faraoni costringe Julio Cesar a improvvisarsi giocoliere; soprattutto, Milito e Forlan dimostrano una pochezza sconvolgente, che disarma anche Ranieri stesso. Al danno potrebbe aggiungersi la beffa quando Lucio rischia di andare ko per una spaccata che poteva rivelarsi letale. Il Napoli, però, sembra troppo sulle sue, quasi aspettasse solo il momento giusto per colpire senza infierire troppo, collezionando calci d’angolo in serie. Ci vuole una punizione di Sneijder che sibila sul palo alla sinistra di De Sanctis per svegliare un po’ il portiere dei partenopei, ma è l’unico sussulto. Lo 0-0 del primo tempo appare quasi come un risultato da grazia ricevuta.
LA BAMBOLA – Nel tentativo di salvare il salvabile, Ranieri nella ripresa si gioca il doppio cambio con Pazzini e Cordoba al posto di Sneijder e di Forlan, cercando di affidarsi al tandem che nel bene e nel male è stato protagonista della striscia vincente in uno schema che appare a tutti gli effetti un 3-5-2. La reazione iniziale è anche incoraggiante, ma come nel primo tempo tutto appare un fuoco di paglia. Lucio con grande generosità compie due grandi interventi su Cavani e Lavezzi, per poi fermarsi di nuovo. Ma poi, arriva l’ennesimo errore a centrocampo, stavolta di Milito, che regala a Dzemaili la micidiale ripartenza con assist a Lavezzi che un colpo da biliardo trova il palo e poi la rete. Errore collettivo che parte da Milito e arriva fino a Lucio bevuto come un mojito dallo svizzero di origini macedoni.
FIUME GIALLO – La reazione dell’Inter c’è, ma dura il tempo di un flash, perché il Napoli inevitabilmente trova maggiori spazi e rischia di fare ancora male. Ranieri cerca di dare più sostanza al centrocampo inserendo Poli per uno Stankovic evanescente, che non la prende affatto bene raggiungendo direttamente gli spogliatoi. Intanto il Napoli ci riprova ancora approfittando di un’Inter che sembra ormai annichilita dall’ennesimo svantaggio, col solo Pazzini a tentare la scossa con un piattone fuori misura, ma sono sempre dei padroni di casa le azioni più pericolose. La cosa per la quale l’Inter si nota in campo è la collezione di cartellini gialli: Cordoba, Faraoni, Poli. Però il provvedimento più pesante è il rosso per Aronica a 12 dalla fine per fallo su Faraoni.
E SE SBAGLI QUESTO... - Ma nemmeno la superiorità numerica dà all’Inter la scossa per tentare almeno di acciuffare il pareggio, anzi il Napoli riesce a controllare con autorità il match perché i nerazzurri più che buttare palloni e costruire iniziative a casaccio non fanno. Tutto potrebbe capovolgersi all’88esimo quando Pazzini trova bene il pallone servito da Nagatomo ma manda a lato praticamente indisturbato. E’ la cartina tornasole della situazione dell’Inter, la palla più ghiotta per acciuffare un insperato pareggio sprecata malamente, peggio di così francamente non si sa cosa possa esserci… Ci prova anche Faraoni con un tiro della domenica al 91esimo, ma nulla da fare. La tragedInter continua.
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