Accendere o spegnere la luce? Questo (non) è il dilemma. Torino è più vicina che mai, il sapore della notte per gli ultimi pensieri. Ma nessuna intenzione di cambiare. Andrea Stramaccioni ha già disegnato sulla lavagna e nella propria testa la formazione che affronterà la Juventus. L'ha pensata, ripensata, costruita e ricostruita, perché ormai ha la fiducia dei suoi uomini e nei suoi mezzi a tal punto da poter fare di questa squadra un'opera in stile mattoncini Lego: la monta e la smonta a seconda di chi si trova di fronte. Un'arma a favore importante, perché l'allenatore avversario non sa mai cosa aspettarsi, dalla difesa all'attacco. Un mazzo di carte tutto da sfruttare. Con un retrogusto di mistero che fa comodo. Se poi c'è la Juventus, prima in classifica e invincibile in casa, allora ancor meno. Stramaccioni ha scelto l'Inter che scenderà in campo a Torino, ma prima di domani pomeriggio non trapelerà nessuna certezza assoluta dal bunker del ritiro nerazzurro. Giusto, sacrosanto così.

Di fronte c'è la Juventus, dicevamo. "Se nella squadra avversaria c'è un playmaker come Pirlo, naturale pensare di fargli produrre meno calcio possibile". Lo ha ammesso così oggi, Stramaccioni. Al regista di Brescia ha pensato e ripensato eccome, studiando una strategia simile a quella che fu ideata per Pizarro contro la Fiorentina: una zanzara (fu Coutinho, con i viola) per spegnere la luce avversaria. A Torino, però, l'opera è più complessa. Tridente pesante con un adepto alla marcatura, quindi immolato in un lavoro sporco, ma comunque un attaccante che accenda l'Inter; o un 3-5-2 con l'addetto a Pirlo, per spegnerlo, libero poi di sganciarsi all'occorrenza? La scelta può sembrare da orientare, appunto, accendere o spegnere la luce della Juventus di Antonio Conte.

In realtà, la decisione è una non-decisione. Perché se si andrà su quel 3-5-2 filtrato da Appiano Gentile, soluzione probabilmente più logica, allora l'idea è proprio quella di un Coutinho-bis, ma con un centrocampista. Perché Stramaccioni tende sempre a lavorare di rottura su chi crea gioco per l'avversario, anche a Bologna c'era sempre un attaccante ad abbassarsi su Pazienza. E per Pirlo, uomini come il ritrovato Fredy Guarin o Gaby Mudingayi possono garantire interpretazioni diverse, più difensive o più offensive, ma ideali per equilibrare questa Inter. Occhi puntati su Pirlo ma non solo, quindi. Occhi anche all'azione offensiva, perché l'Inter non ha paura e va a Torino per giocarsela. E non c'è da meravigliarsi se Stramaccioni scegliesse la sorpresa, e ci fosse invece un 3-4-3 con un attaccante ad abbassarsi.

Nessun dilemma quindi, perché Strama ha già deciso, ma una certezza: Pirlo sarà controllato, ma l'Inter non vuole rinunciare al gioco offensivo. Non accendere o spegnere, ma accendere e spegnere la luce. Stramaccioni l'ha preparata così. Per sognare ancora...

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 02 novembre 2012 alle 22:40
Autore: Fabrizio Romano / Twitter: @FabRomano21
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