Come se non bastasse Ibrahimovic, in Corso Vittorio Emanuele è esploso un nuovo caso, ancora più preoccupante, che riguarda Maicon. Ieri il suo agente Antonio Caliendo ha detto di sentirsi 'incavolato' con l'Inter, per il modo in cui l'esterno brasiliano sarebbe stato ignorato dalla società nonostante sia un giocatore fondamentale per la squadra di Mourinho. In parole povere, Caliendo si è lamentato perché Moratti non ha gratificato con un bel ritocco dell'ingaggio Maicon e ha prestato le sue attenzioni prima a Mourinho, poi a Ibrahimovic. In serata, dal ritiro della Nazionale, è stato lo stesso Maicon a parlare, rincarando la dose, e il fatto che sia stato lui ad aprire bocca è un motivo di preoccupazione serio: "Non mi reputo un fenomeno, ma non sono neanche un giocatore come tanti. Da tre anni l'Inter mi tratta con indifferenza, forse sono preoccupati di accontentare Ibra con contratti nuovi e premi speciali. Ma non sono geloso di lui, è un fenomeno, e non mi va neanche di sottolineare tuti gli assist che gli ho servito in tre anni. Non è questo il problema, sono solo stanco di essere trascurato. Due mesi fa dissi di voler rimanere all'Inter al 100%, questo testimonia le mie buone intenzioni. Dalla società invece solo silenzi, un atteggiamento che mi fa soffrire. Ora ho chiesto al mio agente di fare il possibile per restituirmi la felicità, all'Inter o in un altro club".

Maicon continua parlando anche di un altro aspetto che lo mette in contrasto con la società nerazzurra: "Ora finalmente sto bene, questo è unaltro capitolo sgradevole del mio rapporto con l'Inter. Lo staff medico del Brasile ha capito subito quali fossero i miei problemi, sono migliorato più in sette giorni con la Seleçao che in due mesi a Milano. Come posso non riflettere su questo aspetto?". Il fluidificante brasiliano risponde poi a una domanda su Kakà ed è un altro messaggio duro al club di Corso Vittorio Emanuele: "L'ho visto felice, è passato in un grande club. Io voglio provare la sua stessa felicità, chiedo troppo? Dunga dice che meriterei il Pallone d'Oro, forse esagera, ma sarei curioso di sapere cosa ne pensano i dirigenti nerazzurri. La verità è che a Milano non mi hanno mai considerato come un giocatore determinante, e continuano a trattarmi come un giocatore normale". Inevitabile pensare che Maicon, il quale non si è mai espresso in questi termini duri contro la sua società, sia stato 'imboccato' dal suo procuratore, che nelle ore precedenti ha espresso lo stesso pensiero. Solo due mesi fa il giocatore dichiarò di voler rimanere in nerazzurro al 100%, e lo fece parlando proprio a quel Kakà che oggi dice di invidiare. E' mai possibile che in così pochi giorni abbia cambiato così tanto il punto di vista? E la felicità che cerca potrebbe trovarla in un assegno più cospicuo a fine mese? Inutile evidenziare che questa è un'altra brutta vicenda che crea non pochi problemi in seno ai Campioni d'Italia.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 10 giugno 2009 alle 08:35 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Fabio Costantino
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