Nella notte delle streghe, l'Inter non prende paura nemmeno dopo essere andata sotto per il colpo di Gianni Munari. I nerazzurri giocano consci delle proprie potenzialità, continuano a manovrare e cambiano la rotta della sfida nell'arco di un'azione, quella che conduce al pari su rigore e al cartellino rosso per Costa. Esame superato, in attesa della Juventus. Il dato che forse più di altri impressiona è il numero di tiri in porta della Sampdoria: due. Ovvero, i due gol. E se contiamo che lo 0-1 è frutto di un pasticcio di Ranocchia, non resta che il punto di Eder negli ultimi secondi di gara. Erano anni che non si vedeva un dominio così totale dell'Inter in Serie A.

Eppure, l'incursione di Munari ha mandato di traverso un primo tempo giocato bene dalla squadra di Stramaccioni. Il 4-3-3 ha funzionato anche nei primi 45 minuti, nonostante le tante critiche ingenerose piovute addosso a Gargano e Mudingayi. L'Inter ha creato tanto, tanto quanto nel match con il Siena. E proprio come contro l'undici di Cosmi ha fallito parecchie palle-gol.

Il vero merito dell'Inter è stato, semmai, quello di continuare a giocare come se nulla fosse successo anche nel secondo tempo. Senza particolari ansie. Una ripresa affrontata però con un Cambiasso in più lì in mezzo. Nell'intervallo, infatti, Strama decide di togliere Mudingayi ammonito per inserire il Cuchu. E l'importanza di Esteban risalta subito.

Un dato su tutti: ieri il numero 19 ha completato tutti i 33 passaggi tentati: un numero record per la Serie A di questa stagione. Esteban Cambiasso è entrato in partita da par suo: geometrie, calma, congelamento del gioco, inserimenti e lanci millimetrici. Uno di questi innesca Nagatomo per l'azione del 3-1.

L'argentino giganteggia e conferma la sua crescita esponenziale partita dopo partita, come tutta l'Inter. Cambiasso è un po' il polso della squadra: quando lui va, va anche il complesso di Stramaccioni. Il tecnico lo sa bene, non a caso sembra essere rinato dal suo arrivo. E se lo scorso anno non era solo demerito suo per le pessime prestazioni, quest'anno il merito è anche dell'allenatore e dei compagni. Stramaccioni è riuscito a valorizzare le giocate del Cuchu inserendolo in un contesto che lo fa brillare. E questo, in fondo, è il segreto del calcio: architettare un complesso che faccia risplendere le individualità di maggior classe.

Dicevano fosse bollito, finito, da ritiro, un vigile. Eccolo il vigile, che si toglie la divisa d'ordinanza per rimettere quella del Triplete.

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 01 novembre 2012 alle 12:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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