"Dall’esterno i risultati negativi facevano pensare a un ambiente con diverse difficoltà, invece qui c’è tutto per lavorare bene: la società è presente, eccome, in ogni forma". Lo dice Stefano Pioli, intervistato dalla Gazzetta dello Sport a poche ore dall'ultimo impegno del 2016 proprio contro la sua ex Lazio.

Che cosa si aspetta a gennaio?
"Di avere meno giocatori, specialmente nel reparto offensivo. Io vivo anche e soprattutto di rapporti umani, e senza Europa League l’ideale è allenare un gruppo di 23-24 elementi al massimo. Sarà un mercato di transizione per tutti, credo che a gennaio non si possano cambiare più di tanto certi valori. A giugno, per quanto ci riguarda, prepariamoci invece a cose importanti, di altissimo livello. I tifosi nerazzurri possono stare tranquilli, Suning ha davvero l’ambizione di rendere l’Inter una delle grandi del calcio mondiale. Attorno a me vedo passione reale".

Quindi nessun giocatore in entrata ora?
"Qualcosa faremo, non scordiamoci però che siamo condizionati dal fair play finanziario".

Questa squadra possiede dei leader in campo? Ogni tanto sembra svuotarsi di personalità…
"Il leader deve diventare il gioco. Detto questo, ci sono elementi pieni di personalità: a partire da Handanovic che nonostante la sua posizione è molto coinvolto. C’è poi Icardi. E anche Miranda, nazionale brasiliano che ora sta parlando sempre di più in campo".

Icardi quanto è inserito nella sua idea di calcio?
"Voi lo giudicate per i gol. A Reggio secondo me ha per esempio fatto molto bene, ha lavorato tanto per la squadra. Credo che possa legarsi maggiormente alla manovra, fornirci qualche possibilità di giocata in più non solo in profondità. In occasione del gol di Candreva si è diviso bene il lavoro con Joao Mario, ed è grazie anche a lui se abbiamo sfondato. Insomma, Mauro sta facendo un lavoro decisamente importante. Certo, i centravanti sono felici quando segnano, ma solo sacrificandoci come squadra possiamo ottenere risultati. E tutti lo stanno capendo, Mauro in primis".

Cosa si è rotto con Jovetic?
"Nulla, durante un faccia a faccia ha manifestato un certo malumore per alcune scelte. Io convoco i giocatori pronti, in ogni senso...".

Dall’esterno Perisic sembra spesso svogliato, apatico... È davvero così?
"Mi dispiace che passi questo. Ivan si impegna sempre, lavora, è volenteroso ed è pure simpatico. Lo frega quell’espressione un po’ così (ride, ndr)... Punto davvero molto su di lui, ha qualità da fenomeno, è difficile trovare in giro gente che calci così bene con entrambi i piedi".

Gabigol lo vedremo di più?
"Sta lavorando bene, ma lo stanno facendo tutti. Deve entrare nel mondo italiano ancora meglio, dimostrarmi di essere più forte della concorrenza. Nessuna preclusione, io faccio giocare chi mi fa vincere".

Quali partite non ha gradito?
"Hapoel e Napoli. In Israele sono successe cose che non devono più capitare. Avevo annusato qualcosa nell’intervallo: qualche sorriso fuori luogo, il fatto che chiedessero il risultato dell’altra gara. È stata una lezione utile il crollo del secondo tempo. A Napoli c’è stata la partita peggiore, lì sì che mi sono infuriato: approccio inaccettabile".

Si può credere ancora al terzo posto?
"Certo, siamo l’Inter. Dobbiamo crederci anche perché abbiamo margini di miglioramento enormi. Sono curioso di vedere a che livello possiamo arrivare".

Come procede con Zhang junior?
"Steven è un ragazzo intelligente, colto e soprattutto curioso. È sempre con noi, parliamo anche di calcio, così come con l’a.d. Liu Jun. Mi è capitato di avere proprietari assenti tutta la settimana che mi chiamavano il sabato solo per chiedermi la formazione. Qui nemmeno la chiedono, seguono la squadra e basta".

Quanto sta crescendo Candreva?

"Non avevo dubbi del rapporto che avrei avuto con lui, nonostante ciò che è accaduto a Roma. Sapevo che avrebbe voluto dimostrare di poter stare a questi livelli e se riuscirà a mantenere la concentrazione con più continuità, diventerà un top player: gli manca tanto così, un niente...".

Crede che Brozovic tenda a perdersi un po’ durante le gare?
"Marcelo è eccezionale, ha sempre voglia di giocare, basta guardare i dati sull’intensità e sul volume della sua corsa in partita. Solo che è uno passionale e ogni tanto disperde energie e lucidità".

Il futuro è Pinamonti?
"Credo che sia il miglior centravanti della nuova generazione in Italia. Ha qualità tecniche e valori morali non comuni per un giovane. Lo voglio subito in prima squadra, può darci una mano concreta da qui a fine stagione. Anche per questo ho chiesto di sfoltire l’attacco".

Immagini di avere 100 milioni da spendere sul mercato in estate: come li investirebbe?
"Preferirei acquistare 3 giocatori da 30 milioni ciascuno, uno per reparto, piuttosto che uno solo da 100. Non manca molto per tornare ai vertici del calcio che conta".

Quanto la infastidisce sentir parlare di Simeone come suo successore dal 1° luglio 2017?
"Sapete la verità? Non mi tocca per nulla. Quando ero alla Lazio girava la stessa voce: “Un giorno allenerò i biancocelesti”. Ci inseguiamo...".

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 20 dicembre 2016 alle 08:30 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Redazione FcInterNews.it
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