Alleggerire gli animi, allentare la tensione, ricostruire i tasselli di una fisiologica ripresa del cammino. L'Inter approccia male la sfida contro la Roma, quasi la diretta continuazione del derby di Coppa Italia. E per i nerazzurri gli aspetti primari della manovra si complicano sin da subito, quando i giallorossi mostrano coraggio, intensità e dinamismo per cercare di risolvere la soluzione offensiva nel modo più brillante possibile. Non è solo l'approccio a preoccupare l'inizio, ma anche uno sviluppo esecutivo sotto ritmo che sorprende in negativo. I ragazzi di Inzaghi sembrano senza forze, senza quel vigore che ha caratterizzato un gioco molto spesso ricco di occasioni e spunti offensivi. Così i giallorossi timbrano il vantaggio grazie a Soulé, bravo a raccogliere un rimpallo e a depositare nel sacco il gol che incanala sul binario ospite la partita.
NERAZZURRI SPENTI E SOTTOTONO. Il primo tempo inquadra una contingenza parecchio complicata, visto che in questo momento chiave della stagione anche il più piccolo errore ti può costare caro. E se Calhanoglu nel pre-partita aveva chiesto ai propri compagni "di rischiare qualcosa in più", ecco che quello che è mancato è sembrato proprio il ritmo fisico per contrastare il primo tempo della formazione di Ranieri. Inzaghi chiede di più dai suoi ragazzi e ogni azione è buona per provare a colpire, ma manca non solo verve offensiva, ma anche quella forma indomabile dell'istinto glaciale per capitalizzare le occasioni. Occasioni che, nel primo tempo, stentano ad arrivare. Anzi, è la Roma ad essere vera padrona del gioco: lo controlla, lo elabora, e lo monitora. L'Inter sembra fuori fase, come uno scalatore appesantito che arranca nel bel mezzo di una salita alpina.
IL CANOVACCIO NON CAMBIA, PERÒ... Nella ripresa l'Inter cambia atteggiamento ma non canovaccio. A inizio ripresa la grinta del Biscione è tutta racchiusa in quell'intraprendenza notevole e pronta a riaprire una partita che, al termine del primo tempo, ci aveva detto che forse il vantaggio romanista era più rosicato del previsto. Ma lo sforzo sui pedali del primo quarto d'ora non ripaga la truppa nerazzurra. Che ci prova a ripetizione, anche con le forze allo stremo. Tant'è che gli ospiti trovano tempi e spazi per ripartire, sfruttando le inevitabili situazioni che si vengono a creare quando una squadra è in svantaggio e cerca di recuperare. La terza sconfitta nel giro di una settimana fotografa una situazione difficile. A fine partita la Curva ha compreso il momento complicato, incitando a piena voce i propri beniamini. Perchè l'Inter aveva perso l'abitudine a perdere (scusate il gioco di parole). Adesso testa (!) alla Champions. Recuperare energie per ripartire. Sarà dura, ma l'Inter deve sognare.
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