Che succede al Comandante? Così come è accaduto all'Inter, anche per Felipe Melo il 20 dicembre 2015 è stato un giorno nefasto, in cui le certezze costruite in precedenza si sono dissolte. Era la sera di Inter-Lazio e la capolista venne sconfitta inopinatamente al termine di una prestazione sotto tono, in cui protagonista negativo è stato proprio l'ex Galatasaray, che oltre ad aver incautamente provocato il rigore che ha deciso la sfida si è fatto espellere per un intervento goffo e pericoloso su Lucas Biglia nel finale. In pochi minuti Felipe Melo ha dato ragione ai più arcigni diffidenti, coloro i quali non si erano lasciati convincere da un impatto più che soddisfacente del centrocampista con la realtà nerazzurra. Quel giorno iniziò la caduta verso il basso dell'Inter, che perse tutte le sue sicurezze e andò incontro a due mesi di crollo verticale in cui, oltre a dire definitivamente addio ai sogni scudetto ha complicato persino il raggiungimento del terzo posto.

In questo lasso temporale, coinciso con il bimestre gennaio-febbraio, il giocatore fortemente voluto da Roberto Mancini ha visto il campo ben poche volte. Si è passati così dalle 12 presenze in campionato su 15 (due panchine e un turno di squalifica), quasi tutte da 90 minuti del pre-Lazio (media di 70 minuti escluse squalifiche) alle 4 presenze da titolare in serie A (di cui una da 45' a Verona) nelle 10 partite successive, con 4 turni saltati per squalifica. E il mese di marzo, quando la squadra si è ripresa, lo ha visto ai margini per tutte e 3 le partite disputate dall'Inter nel torneo (2 volte scampoli di partita e una panchina). Nel complesso, dopo il 20 dicembre appena 4 partite su 13 nell'undici di partenza, di cui una conclusa al 45' per il rischio di una seconda ammonizione (media di 37 minuti in campo). In pratica, da punto di riferimento Felipe Melo è diventato un rincalzo, complici anche la costanza di rendimento di Gary Medel e i miglioramenti evidenti di Geoffrey Kondogbia e Marcelo Brozovic.

Da titolare quasi inamovibile, il Comandante ha perso i suoi gradi e anche gran parte della fiducia che si era faticosamente guadagnato presso il tifo nerazzurro. Certamente sul suo bilancio nel 2016 pesa anche una condizione atletica non esaltante, anche a causa di una preparazione estiva svolta in un'altra squadra. Appare comunque evidente che oggi per Mancini non sia una prima scelta, ma una buona carta da giocarsi a partita in corso anche grazie alla sua esperienza. Oggi si parla spesso di un addio a fine stagione, c'è chi ha ipotizzato persino un ritorno al Galatasaray dove Melo è ancora un idolo, ma il diretto interessato ha smentito, sottolineando la sua scelta ben ponderata di rimanere a Milano per la durata del suo contratto triennale, anche a costo di essere una seconda scelta. Anche questa è personalità, quella per cui Mancio lo ha voluto all'Inter la scorsa estate.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 29 marzo 2016 alle 20:21
Autore: Redazione FcInterNews.it
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