Marco Materazzi lo consociamo tutti. Diretto, schietto e senza peli sulla lingua. Matrix si appresta a vivere la sua decima stagione nerazzurra, 10 anni in cui molti allenatori, calciatori, campioni e purtroppo anche 'brocchi' sono transitati dalla Pinetina, ma lui, come disse anche Mourinho, è filo conduttore tra il presente ed il passato, con un occhio al futuro. Se Mourinho è il numero uno, di certo Benitez non è uno sprovveduto, e Marco è sicuro che anche a 37 anni, sotto la guida dello spagnolo, migliorerà: “Non dico  subito se un tecnico mi piace o meno, ma aspetto almeno un anno per giudicarlo. E’ nelle difficoltà che capiamo di che pasta siamo fatti. Dopo due anni con Mourinho posso dire che lui è il top, anche se il vero fenomeno è il presidente Moratti. Ha preso Mou a 18 milioni e lo ha venduto a 16, dopo soli due anni”.

Benitez, non appena presentatosi al calcio italiano, ha tenuto a sottolineare la sua diversità da Mourinho: “E’ stato intelligente. Ma non credo che se la prenderà se dico che tutta la squadra era legata a Mourinho”. Si può ripetere una stagione del genere: “Non lo so. Lo dirà il tempo. Io certamente proverò a fare del mio meglio ed entrare in sintonia con Rafa così come feci con Josè. Se sono rose fioriranno. Altrimenti farò l’arbitro”. Cosa deve fare l’ex tecnico del Liverpool per entrare in sintonia col gruppo: “Fare un passo verso la squadra e continuare quanto di buono fatto a Liverpool e noi non dobbiamo voltarci indietro. Abbiamo qualcos’altro da vincere”. Supercoppa Europea o Mondiale: “Supercoppa Italiana. Sarà dura. I gladiatori vorranno vendicarsi dallo scorso anno”.

Il discorso passa su Totti e sui ‘due scudetti rubati’: “Conoscendo Totti so che ha fatto una battuta. Così come la feci io con la maglietta a Siena. Lui l’ha capita, altri no”. E’ stata respinta la richiesta di non giocare il 6 gennaio, cosa di cui Marco è stato uno dei promotori: “Una vergogna. Siamo trattati come l’ultima ruota del carro”. Si torna a Benitez: “Mi colpisce di lui il fatto che voglia insegnare calcio e ha la voglia di cercare di migliorare chi ha 37 anni come me”. E’ più facile migliorare per un 20enne come Balotelli: “Anche facendo errori. Secondo me li ha fatti anche a causa del suo talento. Credo abbia capito e nonostante ci siamo picchiati mi mandava messaggi del tipo ‘Dove sei, fratellone?’. Credo che ora sia giusto cederlo per noi e per lui, ma se Mario ha scelto quel procuratore, credo lo abbia fatto per andare via più facilmente. L’Inter guadagna 35 milioni di euro, dopo averne spesi 0. Credo che Moratti sia dispiaciuto nel venderlo, così come lui. Il giorno in cui andrà via credo piangerà”. E se va via Maicon: “Perderemo una sicurezza, un pezzo importantissimo, ma ho fiducia in Branca che ha sempre costruito una squadra vincente, e in Ausilio, bravo con i giovani”.

Capitolo nazionale. Prandelli lavorerà bene con i giovani: “C’è del buon materiale per fare bene. Non giudico i Mondiali perché non li ho visti (era in camper, in giro per gli USA, ndr). Ma dico solo che Lippi ha fatto le sue scelte e le ha portate avanti nel bene e nel male”. Considerazioni sul futuro: “Se giocassi con la grinta dello scorso anno, farei anche meno partite”. Scongiurata dunque l’ipotesi USA: “Gli Stati Uniti mi piacciono, ma io devo ancora vincere con l’Inter e poi studierò qualcosa con la società. Se poi aprono un Inter Campus in America, meglio ancora…”.

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 29 luglio 2010 alle 09:05 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alberto Casavecchia
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