JULIO CESAR – 5: Non offre le solite garanzie, si fa prendere in controtempo da Floccari in occasione del primo gol, anche se nelle altre due segnature non ha colpe particolari da farsi perdonare. Indeciso anche sulla conclusione di Ferreira Pinto che porta De Ascentis a centrare il palo nella ripresa.
MAICON – 5: Il treno è rimasto in stazione oltre l’orario previsto. Stavolta il brasiliano torna nella dimensione di essere umano e non riesce a trascinare i suoi compagni. Soffre l’esuberanza prima di Ferreira Pinto, poi di Valdes, che gli sconsigliano sortite troppo coraggiose. Scarso il suo apporto alla manovra offensiva.
CORDOBA – 5: E’ l’emblema della difesa nerazzurra sia quando le cose vanno bene, sia a Bergamo, dove la retroguardia affonda in appena 33 minuti. Si fa beffare dall’ottimo Floccari al 18’, con una girata che il colombiano non riesce a prevedere come suo solito e condivide con Burdisso l’errore di posizione sul gol del 3-0 di Doni. Spesso impacciato nei disimpegni, cerca quantomeno di mettere la proverbiale pezza.
BURDISSO – 4,5: Se mancano contemporaneamente Samuel e Materazzi, per l’Inter sono dolori. L’argentino conferma di non vivere una stagione esaltante ogni volta che viene chiamato in causa. Mourinho gli dà fiducia, ma non ottiene la reazione sperata. Spesso in ritardo sull’avversario, soffre gli inserimenti degli atalantini e mostra un nervosismo autolesionista, che lo porta a commettere spesso e volentieri falli inutili.
MAXWELL – 5: Dopo un primo tempo di totale anonimato, Mourinho lo lascia in panchina preerendogli Figo. Si tratta di una scelta tattica e non tecnica, ma non sorprende che tra le altre opzioni l’allenatore decida di rinunciare a lui. Si limita al compitino e non spinge mai per paura di lasciare scoperta la sua zona di competenza. Ha sulla coscienza il colpo di testa suicida che porta al vantaggio bergamasco. FIGO (dal 46’) – 5,5: Inserito per consentire alla squadra di salire, si rende autore di qualche spunto in dribbling ma per il resto si adegua immediatamente al mood dei compagni. Gli manca la scintilla creativa che picconerebbe il muro difensivo avversario.
ZANETTI – 5,5: Il capitano non si rende autore di particolari errori, ma da lui ci si attenderebbe una prestazione di sostanza, soprattutto quando c’è da trascinare la squadra in un momento difficile. Invece l’argentino si fa bloccare dalla paura di sbilanciare il centrocampo e rimane sempre sulle sue. Pochi spunti degni di nota, nessuna delle sue abituali discese tra i paletti avversari. Anche per lui la sufficienza è da escludere.
CAMBIASSO – 5,5: E’ sempre al suo posto, ma rispetto al solito commette errori a cui non ci ha mai abituati. Impreciso nei passaggi, soffre il terreno insidioso e sbaglia anche controlli semplici. Spesso in ritardo negli anticipi, si fa circondare dal dinamismo di Guarente e Valdes nel primo tempo. Nella ripresa, con la squadra sbilanciata in avanti, cerca di dare anche il suo contributo, senza successo.
CHIVU – 5: Primo tempo legnoso. Il romeno non è ancora in condizioni per tenere certi ritmi. L’Atalanta corre a cento all’ora, lui spesso resta a guardare inerme. Non copre come sa e sbaglia anche le giocate più semplici. Non è un caso se Mourinho, per effettuare il primo cambio tattico, decida di rinunciare a lui dopo appena mezz’ora. OBINNA (dal 30’) – 5: Dovrebbe dare la scossa alla squadra, aiutandola a spingere con maggiore incisività e dando appoggio alla coppia Ibra-Crespo. Ingaggia invece un duello contro sé stesso più che con Garics, piazzandosi sulla sinistra e cercando sempre un uno contro uno il più delle volte inutile e inconcludente. Nella ripresa la retroguardia bergamasca gi mette sul piede il gol dell’1-3, ma il nigeriano riesce a sparare alto da pochi metri. Il terreno no favorisce le sue sgroppate, ma lui ci mette molto del suo.
STANKOVIC – 5: Al termine di Inter-Cagliari Mourinho si era lamentato della forzata rinuncia al serbo, recuperato solo in settimana. Le sue condizioni non appaiono buone sin dall’inizio, soprattutto quando c’è da farsi trovare pronto a imboccare le due punte. Più che a offendere, Dejan pensa a difendere contro i forsennati atalantini, ma anche nella copertura evidenzia palesi difficoltà. Insomma, si sbatte ma non produce nulla. Nella ripresa tenta anche la conclusione da fuori, ma non c’è proprio trippa per gatti.
IBRAHIMOVIC – 5,5: Mezzo voto in più solo per il gol dell’1-3 portato a casa in pieno recupero. Dovrebbe essere il trascinatore della squadra, soprattutto in un momento di difficoltà. Trascorre invece un secondo tempo anonimo, a battagliare contro Talamonti che gli ruba il tempo nove volte su dieci. Prova a dialogare con Crespo, ma sembra un discorso tra sordi. Nel secondo tempo cerca con più insistenza la profondità, senza però ottenere assistenza. Mai pericoloso nell’uno contro uno, cresce con l’inserimento di Adriano, che si trascina un difensore in più e gli lascia una libertà che lo svedese non riesce a sfruttare come potrebbe e dovrebbe.
CRESPO – 5: Se l’argentino chiedeva un’altra chance per riscattare gli errori di Coppa Italia, non è di certo riuscito a guadagnare punti nella classifica degli attaccanti a disposizione di Mourinho. Valdanito corre tanto come al solito, ma stavolta lo fa a vuoto. Mai pericoloso, cerca lo scambio con Ibra senza mai ricevere il pallone di ritorno. Sbaglia diversi appoggi e non riesce a far salire la squadra, facendo così il gioco dell’attento Manfredini. Quella di Bergamo non è stata per nulla la sua partita, resta da vedere se l’allenatore gli concederà altre occasioni. ADRIANO (dal 46’) – 6: Una sufficienza soprattutto di fiducia nei confronti del brasiliano, che entra nel secondo tempo e contribuisce al cambio di atteggiamento della squadra. Autore di qualche spunto interessante (rovesciata al primo pallone toccato), ha il merito di creare spazi per i compagni, trascinandosi dietro due giocatori per volta. Costringe Bellini all’ammonizione, difendendo bene il pallone e facendo quello che Crespo non era stato in grado di fare. Tenta anche la conclusione, ma non ha fortuna. Considerate le premesse, è stato lui il migliore dei suoi.
MOURINHO – 5: Stavolta è il primo a sbagliare approccio alla partita. Se è vero che, come sostiene lui, si tratta sempre di una questione di motivazioni, evidentemente ha preso parecchio sotto gamba la trasferta di Bergamo, non caricando a dovere i suoi. Lascia perplessi l’inserimento di Crespo dal 1° minuto: non sembrava infatti una partita adatta alle caratteristiche dell’argentino. Chissà se con un Balotelli in panchina il tecnico avrebbe fatto scelte diverse a partita in corso…
ATALANTA : Coppola 6,5; Garics 6,5, Talamonti 7, Manfredini 7, Bellini 6,5 (dalL’85’ Rivalta S.V.); Ferreira Pinto 7, Valdes 6,5 (dal 50’ De Ascentis 6), Guarente 7, Padoin 6,5; Doni 8; Floccari 7,5 (dall’89’ Vieri s.v.). All. Del Neri 7.
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