A poco a poco, Andrea Stramaccioni sta dipingendo l'Inter che aveva in mente agli albori del suo progetto tattico, quella che poi per forza maggiore ha dovuto accantonare per rispondere meglio alle esigenze di un gruppo che palesava parecchie difficoltà. Prima il passaggio alla difesa a tre, che sembrava tanto un obbrobrio e invece si è rivelata una chiave tattica fondamentale, quasi di svolta, per i nerazzurri: Stramaccioni ha scoperto che Ranocchia, Samuel e Juan Jesus sono elementi che interpretano questo modulo alla perfezione e dalla gara col Torino non hanno praticamente perso più il posto. 

Ieri, col Catania, il secondo passaggio, quello al quale Stramaccioni teneva certamente di più: l'attacco a tre punte. Contro gli etnei di Maran, dentro tutti insieme Rodrigo Palacio, Diego Milito e Antonio Cassano. Dopo una piccola, iniziale fase di assestamento, i risultati sono stati eccellenti: supportati nel loro compito da un centrocampo quasi perfetto, con Cambiasso a fare da ideale direttore di orchestra anche e soprattutto coi piedi e col sacrificio anche da esterni di Mudingayi e Obi, i tre punteros hanno svolto il loro compito in maniera ottimale. Milito si sacrifica nel ruolo di centravanti boa, non segna ma apre e spazi e lotta come un leone per i compagni; a trovare i varchi, quelli giusti, sono Fantantonio e il Trenza, che coi loro gol hanno portato altri tre punti in cascina, propiziando il quarto successo consecutivo. Come sembrano lontani i tempi in cui si parlava di San Siro come campo stregato, adesso Handanovic esce pure con la porta immacolata...

Adesso, però, si pone una domanda: Stramaccioni, visti i buoni riscontri di ieri, andrà avanti su questa strada del tridente? Perché, se la risposta sarà positiva, automaticamente, quasi a cascata, si pone un'altra questione: cosa ne sarà di Wesley Sneijder e Fredy Guarin? Perché chiariamo, l'olandese prossimo al rientro e il colombiano rimangono comunque elementi importanti di questa squadra, ma la scelta definitiva del 3-4-3 potrebbe in qualche modo risultare penalizzante per entrambi. Soprattutto per l'olandese che, come ha dimostrato anche nei timidi esperimenti della parentesi Gasperini, con questo modulo proprio non ci va a nozze: perché da esterno non riesce proprio ad agire come vuole; e anche l'idea di schierarlo più arretrato viene decisamente meno, in quanto coi tre davanti il suo raggio d'azione finisce inevitabilmente per ridursi, col rischio di sentirsi come in una gabbia. In questo senso, Coutinho e Alvarez potrebbero guadagnare ulteriori posizioni nelle scelte di Strama

Ma anche per il Guaro potrebbero esserci delle noie: perché il colombiano è un giocatore un po' sui generis, bravissimo nel salire a dare una mano in avanti, ma non è proprio un giocatore di sacrificio, di quelli che corrono da un lato all'altro del campo come servirebbero qui. Non è uno alla Gargano o alla Mudingayi per intenderci; è un giocatore devastante in quanto a presenza fisica, ma limitato nel raggio d'azione. Insomma, rischia di presentarsi un altro nodo da sciogliere per il tecnico di San Giovanni: un enigma che pesa anche dal punto di vista economico, visto che comunque parliamo dei giocatori dalla valutazione forse più alta dell'organico nerazzurro (28 milioni l'olandese, 12 il colombiano, secondo i dati del sito specializzato Transfermarkt). Stramaccioni l'alchimista, insomma, si prepari per quello che potrebbe un nuovo esame di maturità nella gestione del gruppo...

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 22 ottobre 2012 alle 20:25
Autore: Christian Liotta
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