Non se ne esce più. Ancora una volta ci troviamo a scrivere di Inter battuta, senza gol, senz'anima. Un'Inter troppo brutta per essere vera, ma lo è. Purtroppo. Ko a Napoli e addio a sogni di Champions. Dopo la sconfitta di Marsiglia, che pregiudica il proseguo dell'attuale competizione, lo 0-1 di Napoli compromette anche l'ingresso a quella della prossima stagione. E pensare che pure l'Europa League, oggi, sarebbe oro.

NORMALE, CHE INSULTO - In un mare di delusione mista a rabbia, quello che emerge è un dato impressionante. No, non parliamo di gol fatti, di gol presi, di vittorie che mancano, di sconfitte a catena. Il dato è quello mentale e si concretizza in una parola solo: mediocrità. L'Inter una volta si diceva fosse Pazza, oggi è semplicemente una normale squadra alla deriva. E per chi ha l'Inter nel cuore, questo è assolutamente il più grande insulto: normale. Eravamo abituati a tutto o a niente. Vittorie leggendarie e tonfi inenarrabili. E invece, salvo fatto per i ko con Roma e Bologna, questa squadra sembra accontentarsi di perdere con il minimo scarto. Giusto per salvare l'onore.

LA DIAGNOSI IMPIETOSA - Tutto porta in questa direzione. Il primo tempo del San Paolo è oggettivamente inguardabile e conferma la diagnosi. Squadra abulica, senza nerbo, con il solo Sneijder a pressare, peraltro senza risultati tangibili, e i soli Lucio e Samuel a ringhiare. I partenopei non fanno nulla, appaiono la lontana parente della squadra che ha annichilito il Chelsea, eppure l'Inter non supera quasi mai la metà campo.

CHI DI SPERANZA VIVE... - Ripresa, se possibile, ancora peggiore. Ranieri si mette col 3-5-2 (che diventa ben presto un 5-3-spazio_chilometrico-2) per tamponare le avanzate di Zuniga e Maggio, rinunciando fatalmente alla tecnica di Forlan e Sneijder, accantonati per far spazio a Cordoba (terzo in difesa con Lucio e Samuel) e Pazzini (seconda punta per far compagnia a Milito desolatamente solo). Il segnale è pessimo: l'Inter vuole lo 0-0 e rinuncia anche a un briciolo di manovra. Tant'è che Lavezzi insacca e l'unica mossa è quella di inserire Poli trequartista/incursore al posto di Stankovic. Pazzini spreca da due passi il colpo del pari e Bergonzi non vede un netto penalty sullo stesso attaccante, ma queste due occasioni sono solo frutto del caso. L'Inter, sebbene in 11 contro 10, non dà mai l'impressione di poter gestire la sfera e di tentare l'assedio. Mai.

OBLIO - Il San Paolo restituisce all'Italia calcistica una squadra senza stimoli e un allenatore senza idee. Senza dimenticare che, come in tutte le famiglie che si rispettino, gli errori partono sempre dai genitori. In questo caso, partono chiaramente dalla società, che nell'ultimo biennio non ne ha presa una nemmeno per sbaglio. Un oblio senza fine.

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 27 febbraio 2012 alle 09:00
Autore: Alessandro Cavasinni
vedi letture
Print