Dopo le quattro partite senza vittorie, l’Inter era chiamata a dare risposte a livello di continuità e solidità, viste anche le tribolanti voci del precampionato che volevano una squadra disorganizzata e disunita. Quando ormai un terzo di campionato è andato in archivio, le domande paiono essere indirizzate verso un parziale verdetto: l’Inter è una squadra che ancora non riesce a esprimere il calcio desiderato da Mancini, ma è solida oltre ogni immaginazione, se si pensa a com’era la situazione solo tre mesi fa: 7 gol in 12 partite, che si tramutano in 3 in 11 gare trattando come caso a parte la debacle con la Fiorentina. Le parole d’ordine sono quindi solidità e cinismo, visti i dodici gol siglati dalla banda interista. Fanno 2,25 punti a gol, per gradire. Si può certamente giocare meglio a calcio, si possono creare più occasioni e tirare di più in porta, ma i nerazzurri hanno il tempo e la forza per crescere. Vincere aiuta a vincere, si dice. Ecco perché la GrInter ha ricominciato lì dove si era interrotta con il Verona e - per ora - si gode il primato. Conscia del fatto che per confermarsi a questi livelli, dalla partita contro il Frosinone in poi, servirà un altro passo verso ciò che il Mancio chiede.
L’ILLUSIONISTA - Ormai provare ad azzeccare l’undici titolare dell’Inter di Roberto Mancini assomiglia molto a Dodici formazioni diverse in altrettante giornate per Roberto Mancini. Utilizzati tutti gli uomini a disposizione tranne gli infortunati Vidic e Dodò, oltre a Martin Montoya. Con le capacità di un illusionista, Mancini lascia intendere diversi schieramenti, per poi sorprendere tutti poco prima del calcio d’inizio. Il Mancio sfida la sorte, ma per ora il saldo è positivo: al netto dello choc Viola, le scelte contro la Roma e quelle di Torino si sono dimostrate fondamentali per riportare l’Inter al vertice della classifica, potendo così lavorare per due settimane senza lo stress di dover giustificare risultati altalenanti.
LA RISPOSTA - The Revenge of the Fallen è il titolo di un vecchio film di Michael Bay e - allo stesso tempo - l'etichetta che si potrebbe appiccicare sopra il dvd della partita di ieri di Geoffrey Kondogbia. Perché l'andamento caracollante del francese sembrava essersi smarrito nell'adattamento del calcio italiano, finendo per essere anche aspramente criticato, dimenticandosi come al solito di contestualizzare e argomentare le proprie opinioni. Ecco quindi che Kondo ha battuto un colpo e s'è ridestato dal torpore in cui si era assopito, tra repentini cambi di posizione e incomprensioni tattiche. Il modo in cui Geoffrey Kondogbia s’è scrollato di dosso tutto il carico di critiche e di polemiche riguardo al suo acquisto sta però nella semplicità della sua esultanza. E nella forza di una prestazione finalmente continua, con il francese capace di rimanere in partita dal primo all’ultimo minuto, senza costringere Mancini a tamponare l’emorragia nella sua zona di campo con una sostituzione. I numeri della gara del francese ruotano al numero 3: tanti sono dribbling effettuati, le palle intercettate e i contrasti vinti (su 5 a cui a preso parte, il 60%). Numeri che sono sintomatici della ripresa di un giocatore che aveva il fisiologico bisogno di ambientarsi in una nuova realtà, ma che finalmente è riuscito per la prima volta a collegare tutti i puntini e sfoggiare una prestazione completa.
NO GOL ALLOWED - La continuità di prestazioni della difesa dell’Inter è stata sublimata dalla strepitosa condizione di Samir Handanovic, vero protagonista delle ultime partite. Il portierone sloveno nelle ultime tre partite ha subito 20 tiri nello specchio della porta, riuscendo a neutralizzarli tutti. Spiccano la parata su Destro, così come le quattro respinte in quattro secondi o il miracolo su Quagliarella e Belotti ieri, ma la verità è che Handa - dopo gli scivoloni contro la Fiorentina - ha ricominciato a macinare interventi decisivi su interventi decisivi. Beninteso, le incertezze palla tra i piedi o nelle uscite alte rimangono e a sprazzi si ripropongono, ma se c’è un uomo che spicca nel marasma di marcatori dell’Inter, l’uomo più importante si è dimostrato Handanovic, in collaborazione con la sua nuova linea difensiva, in grado di subire la metà dei gol che l’Inter aveva incassato nelle prime dodici giornate della scorsa stagione. Fort Knox nerazzurra. E vincente.
Autore: Marco Lo Prato / Twitter: @marcoloprato
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