Nessuno sa come andrà a finire il campionato di Serie A, né tantomeno quanto questo stop forzato impatterà sul futuro del calcio. Quel che è certo è che l’Inter proverà ad evolversi e già si abbozzano i primi nomi di chi potrebbe completare la rosa di Conte per il prossimo assalto allo Scudetto. Un reparto che probabilmente cambierà volto è quello dell’attacco: il punto fisso si chiama Romelu Lukaku, attorno a cui ruota il destino del giocatore al momento più prezioso della rosa dell’Inter, Lautaro Martinez.

Il Toro, al contrario del gigante belga che si è legato all’Inter con un ingaggio da top player assoluto, sta discutendo di un possibile rinnovo del contratto alla luce della metà di stagione giocata da protagonista e dei costanti miglioramenti che ha fatto registrare nel suo primo anno e mezzo in maglia nerazzurra. Le sirene dalla Spagna si fanno consistenti, ma il Toro non ha mai parlato di andare via. Quindi è verosimile ipotizzare, anche alla luce di questa primavera di transizione, che tutti i discorsi su un suo eventuale trasferimento si possano rimandare quantomeno di un anno. È d’obbligo il condizionale, perché in uno scenario del genere chi professa certezze può incappare in brutte sorprese. 

COMPLETARE - Quel che è certo è che l’attacco dell’Inter andrà completato. Si è cominciata la stagione con quattro punte più Politano, che è stato subito relegato a un ruolo da comprimario. Esposito ha dimostrato come prima di diventare un fattore deve fisiologicamente compiere alcuni step, mentre Sanchez non ha potuto dimostrare il suo valore in maniera continuativa e per un periodo di rodaggio un po’ più lungo del previsto e perché gli infortuni lo hanno beffato sul più bello. Non esistono le condizioni perché, con ciò che ha mostrato la Maravilla nei suoi mesi a Milano, l’Inter si sobbarchi un ingaggio monstre da dieci milioni. Quindi è probabile che Marotta e Ausilio siano a caccia di un profilo simile a quello di Alexis per regalare a Conte valide alternative da schierare a partita in corso. I back-up degli attaccanti devono avere un phisique du role ben definito nell’identità tattica di Conte che permetta loro di calarsi in un ambito di squadra e mettersi al servizio dei compagni. Non tutti gli attaccanti riescono ad avere questa visione del calcio, quindi è necessario scegliere con cura una pedina che può sembrare di secondaria importanza ma che nel logorio fisico di una stagione di oltre 50 partite giocate, può risultare la carta vincente in molte situazione. 

DALLA PREMIER - L’Inter ha dimostrato un feeling particolare con la Premier League, nelle ultime due sessioni di mercato. Si è interessata ai giocatori delle squadre più forti, perseguendo una politica accorta e attenta ai cosiddetti esuberi: molti dei giocatori che sono arrivati, sono riusciti a fare la differenza subito. Basti pensare a Lukaku e Young, entrambi ex del Manchester United. Moses ed Eriksen ci hanno messo un po’ di più a ingranare, ma tant’è: la Premier è una raccolta di tesori nascosti, di giocatori magari in disuso ma che possono fare la differenza ad alto livello. E’ per questo che Marotta e Ausilio, quando a gennaio si parlava di trovare il complemento perfetto alla Lu-La, hanno bussato in casa Chelsea per accaparrarsi l’usato sicuro che risponde al nome di Olivier Giroud, un centravanti versatile che l’anno scorso è risultato il capocannoniere dell’Europa League.

LE CARATTERISTICHE - Il nome di Giroud è tornato con forza negli scenari interisti grazie a un’intervista rilasciata dalla punta francese in cui è lui stesso ad ammettere di aver voluto fortemente l’Inter e che l’affare non si è concretizzato perché il Chelsea non è riuscito a trovare un sostituto adatto. Giroud aveva già parlato con Conte ed era pronto a sbarcare a Milano. E quando gli chiedono di un possibile affare a giugno, non chiude la porta. Giroud è un giocatore di 33 anni che richiede un ingaggio alto, in linea con altri campioni come quello di Godin: potrebbe essere lui, o un giocatore con le sue caratteristiche, il complemento giusto per il puzzle di Conte? Probabilmente sì. Per trovare la prova più lampante di questa teoria, bastava riavvolgere il nastro a un anno e mezzo fa, quando la Francia di Deschamps iniziava la Coppa del Mondo di Russia 2018 come favorita per la vittoria finale. All’esordio la Francia stenta, nonostante il tecnico francese avesse schierato il potenziale offensivo della squadra con un tridente Mbappè-Griezzman-Dembelé. La vera svolta tuttavia arriva quando Deschamps, per facilitare la manovra, inserisce Giroud nell’undici titolare: la Francia trova i suoi punti di riferimento e Griezzman libera tutto il suo talento. La cavalcata dei francesi è inarrestabile, fino alla finale contro la Croazia. Giroud vince il Mondiale da titolare, protagonista senza segnare un gol. 

PER CONTE - Non ci si lasci ingannare da questo dato. Giroud è in grado di segnare gol pesanti e - al netto di qualche bizza comportamentale fra Montepellier e Arsenal - è sempre stato un fattore nelle sue squadre, perché gioca con e per i compagni. Non è un caso che è stato proprio Conte a portarlo al Chelsea, con cui ha giocato la seconda parte di stagione 2017/18. Si è calato nei meccanismi di Conte con dedizione e ha finito la stagione con 5 gol e 3 assist, disputando da titolare la finale di FA Cup vinta dalla squadra londinese contro il Manchester United

A 34 anni, per stessa ammissione dell’attaccante transalpino, gli restano al massimo un paio d’anni di grande calcio. L’Inter ha bisogno di giocatori vincenti, che accettino di essere parte di un organismo dinamico in cui nessuno è insostituibile. Bisogna essere pronti a scendere in campo dall’inizio o a subentrare negli ultimi tre minuti e provare a fare la differenza. Giroud potrà essere un fattore? Il thriller è ben lontano dalla risoluzione, ma gli indizi centellinati durante il percorso lasciano intravedere un possibile scenario. 

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 29 marzo 2020 alle 21:35
Autore: Marco Lo Prato / Twitter: @marcoloprato
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