Mancavano pochi metri all’Inter, per completare la prima, vorticosa traversata della stagione. E se un gol ad inizio partita di Icardi aveva illuso potesse essere abbastanza, la ferocia della SPAL ha riportato la squadra di Spalletti sulla terra, costringendola a remare forsennatamente per non perdersi per strada e ammainare la bandiera sul traguardo. A Ferrara si è giocata una partita fisica, dove ha avuto la meglio non la squadra che ha giocato il calcio più esaltante ma quella che ha saputo essere più furba, sfruttare al meglio le occasioni che le son capitate. Spalletti ha avuto la meglio su Semplici con una mossa da navigante esperto, di chi sa come si esce da certe situazioni. Il risultato è che l’Inter in una manciata di giornata ha risalito la classifica ed è terza, a tre punti dal Napoli che insegue la Juve. Il gioco latita, l’assenza di Brozovic e De Vrij è pesata come un macigno nell’economia del gioco, ma tant’è. Altri tre punti per veleggiare nelle zone alte della classifica.
SKRINIAR, L’ULTIMO APPIGLIO - Ha corso, la Spal. Tantissimo. Arrivavano da tutte le parti i giocatori di Semplici, indiavolati dopo il primo gol segnato da Icardi. I padroni di casa hanno giocato un calcio semplice, collaudato: scambi veloci, risalita del campo in verticale e poi uno-due a cercare il triangolo con l’uomo libero lì dove l’Inter è sempre in ritardo a chiudere. In mezzo alla tempesta, Skriniar ha organizzato ad organizzare la resistenza. Nel momento di massima spinta lo slovacco, orfano del compagno di De Vrij e affiancato da un Miranda che incappa nella sua peggior partita stagionale, ha spronato i suoi a non cedere alle folate offensive degli spallini che a cavallo tra primo e secondo tempo sembravano essere in campo con più di undici uomini. Il rigore procurato da un’ingenuità di Miranda sembra essere la certificazione del crollo: Antenucci sbaglia e l'Inter continua a raccapezzarsi per trovare un modo per rimanere in vita. Asamoah e Vrsaljko sono stati bravi a non crollare lì dove la SPAL ha spinto di più: nonostante le enormi difficoltà, soprattutto sulla fascia sinistra, i terzini dell'Inter hanno lavorato bene e aspettato che il vento si placasse.
IL CENTROCAMPO - In una serata di grande sofferenza, il centrocampo dell’Inter fornisce una prestazione povera dal punto di vista della qualità, ma certifica una volta in più come la fisicità e l’applicazione saranno le chiavi di volta su cui si proverà a costruire una stagione vincente. Matias Vecino dà una scossa alle sue prestazioni in campionato. Se in Champions l’uruguagio ha giocato due partite costanti, in Serie A è sempre mancata un po’ di lucidità. Contro la SPAL, copre benissimo il campo ed è una presenza costante in entrambe le fasi. I suoi strappi, insieme al suo sapersi muovere tatticamente, sono armi importanti che permettono a Spalletti di ridisegnare costantemente lo schieramento dell’Inter e adattarlo alla rapidità degli avversari. Nainggolan era in evidente affanno fisico: dalla gara con il Parma, le ha giocate tutte da titolare e praticamente sempre fino al 90’: una lunga maratona che si è conclusa con la consapevolezza di essere il vero perno della squadra, nonostante qualche balbettamento finale. Borja Valero ha provato a cucire la trama della partita, giocando con il ritmo per spezzare gli entusiasmi di Lazzari e soci. Non ci riesce granché, visto che i riferimenti davanti sono troppo leggeri e si perdono nella marea biancazzurra. Gagliardini entra e, a differenza della gara contro il Cagliari, usa il suo fisico nel modo migliore: duella con Petagna e i pariruolo della SPAL, guadagnandosi falli preziosi. Al contrario di Politano, a lui entrare dalla panchina fa bene.
LA MOSSA DI SPALLETTI - Nel momento più difficile, Spalletti effettua una mossa azzardata, di quelle che potrebbero rinsaldare il vento in poppa oppure condurre in una zona pericolosa. Cambiare Borja Valero per inserire Lautaro Martinez vuol dire sì giocare a due punte (esperimento vistosi solo per un minuto scarso contro il Torino) ma soprattutto arretrare Nainggolan nel centro del gioco. È una situazione di all-in, in cui il tecnico dà un messaggio chiaro ai suoi: andiamo a vincerla. Ed è proprio grazie alla presenza del Toro che la difesa della SPAL finisce per andare in confusione: nell’azione del gol, il suo movimento ad uscire porta fuori dalla propria zolla Djourou e regala a Icardi uno spiraglio in cui Maurito s’infiltra e - dimenticato da Schiattarella - colpisce. Fanno 5 gol e un assist nelle ultime sei partite, uno score con cui il capitano issa la squadra lì dove deve stare, fra le prime della classe. In attesa del Milan e di un altro tour de force il cui menù prevede anche Barcellona e Lazio: l’Inter ha dimostrato che queste partite ha tutto il diritto di giocarsele.
Autore: Marco Lo Prato / Twitter: @marcoloprato
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