Il calcio, l'Inter, la vita privata e il futuro: Mauro Icardi parla di questo e altro nella lunga e interessante intervista rilasciata a Calcio2000, di cui è stata pubblicata una breve anticipazione nelle scorse ore. Ecco un'altra parte dell'articolo, disponibile nelle edicole: "Io bad boy? Quello che dice la gente a me non interessa, penso alla mia vita, a fare quello che mi piace". Poi un tuffo nel passato, i primi spostamenti: "Il primo, alle Canarie, l'ho vissuto come un gioco. Io e i miei fratelli, come è normale, abbiamo seguito i nostri genitori che si sono trasferiti per lavoro dall'Argentina. Però andare a Barcellona da solo è stato più difficile, ero un ragazzino. A Genova sono andato tranquillo, ero pronto a fare il calciatore. Ho sempre voluto giocare a calcio, ma non pensavo di arrivare a simili livelli. Da un giorno all'altro ho avuto opportunità importanti che ho saputo sfruttare".

Si parla poi del Barcellona e di un presunto litigio con Guardiola: "No, con lui mai avuto problemi, è stato il primo al mio arrivo ad accogliermi e farmi sentire importante. Mi ha portato nel suo ufficio e mi ha parlato del Barcellona. Quando ho saputo dell'opportunità di venire a Genova, ho pensato che dovevo sfruttarla al meglio, sapevo di poter diventare un calciatore vero. Normale che oggi i tifosi della Sampdoria non mi amino, ho segnato contro di loro e ho esultato, ovvio che non sia ben visto".

Arriva poi l'Inter e Icardi racconta com'è andata: "Il mio procuratore mi ha chiamato e mi ha detto che c'era l'Inter. Eravamo entrambi contenti, non ci ho pensato un attimo. Niente mare a Milano? Con la mia famiglia e il mio agente ci abbiamo scherzato, ma alla fine ti abitui a vivere anche senza il mare. A Milano sto bene e penso si possa ancora migliorare tanto. Mancini mi dice sempre che devo imparare a giocare di più con la squadra, dialogare con i compagni senza stare ad aspettare la palla in area. A Genova prendevo le botte per fare stare alta la squadra, ora il mio gioco sta cambiando. Mancini? Con lui ho un buon rapporto, ma li ho avuti con tutti i miei allenatori".

Tra i compagni di Icardi c'è Juan Jesus: "Quando giocavo alla Samp è stato il difensore che mi ha fatto soffrire di più, mi picchiava anche quando ero senza palla, un tormento continuo (ride, ndr). Ancora oggi ci scherziamo su". Ma come vive Icardi la pressione dei match a Milano? "Io sono tranquillo per tutta la settimana, anche durante i minuti di riscaldamento allo stadio. Il post? Se vinciamo sono sicuramente più contento. Anche in campo non mi agito mai, ho compagni più nervosi ma mi viene naturale pensare a giocare e basta".

Dopo un excursus tra le passioni extra calcistiche come macchine, orologi e film ("Avrei voluto recitare in 'Pirati dei Caraibi', essere Jack Sparrow. Osvaldo è uguale"), si torna a parlare di calcio: "Spero davvero di vincere tanti trofei. La Champions? Speriamo, devi avere la fortuna di giocare in squadre che possano concorrere a certi livelli. Mi auguro un giorno di essere ricordato come un giocatore che ha fatto cose importanti e vinto trofei importanti". Con l'Inter? "Ho ancora tre anni di contratto, se rinnovo la storia con l'Inter può essere più lunga, altrimenti ci sono ancora tre anni di contratto".

Infine, il gol a cui l'attaccante è più legato: "Sono due. Il primo è quello nel derby della Lanterna, era la mia prima da titolare nella Sampdoria. Poi il gol con l'Inter contro la Juventus. Ricordo che volevo segnare ai bianconeri, al mio procuratore dissi: 'Se entro devo segnare' e così è stato. Segnare contro la Juve davanti a 80 mila persone è stato pazzesco. San Siro è uno stadio storico, dà grandi emozioni. La mia prima lì da avversario ê stata incredibile".

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 17 marzo 2015 alle 06:00 / Fonte: Calcio2000
Autore: Redazione FcInterNews.it
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