Il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, è intervenuto ai microfoni di Radio Anch'io Lo Sport toccando diversi temi legati allo stop ai campionati e alle coppe imposto dal coronavirus e alle conseguenze che ne derivano, in primis il possibile rinvio degli Europei 2020. "Chiederemo un atto di responsabilità da parte dell'Uefa e un contributo da parte di tutte le Federazioni a un percorso che miri alla tutela della salute degli atleti e dei nostri tifosi e cittadini del mondo - dice Gravina riguardo all'incontro previsto domani tra Uefa e Federazioni nazionali - Di questo si tratta, non è un problema della sola Italia ma di tutto il mondo. L'Europa è diventata l'epicentro della pandemia. Chiederemo all'Uefa di valutare con molta attenzione e prima di parlare di nuove date e altri progetti di attenersi alle condizioni attuali. Il rinvio credo sia in questo momento l'idea da seguire".

Tantissime le ipotesi sul tavolo su come concludere i tornei nazionali e internazionali. "Non ci sono state ancora ipotesi decisive in questo senso. Ho letto anche di una Champions ed Europa League da definire entro maggio o giugno con i playoff. Sono tutte riflessioni su cui serve un momento di attenzione - aggiunge Gravina -. Domani saremo tutti collegati e prenderemo una soluzione responsabile. Pensare oggi che ce ne sia una ideale è fuori luogo. In questo momento qualunque ipotesi sarebbe non fondata anche per la Serie A. Stiamo lavorando sulla speranza. Sperare in un campionato che finisce entro l'estate è quel che tutti si augurano. Stiamo lavorando, dobbiamo pensare che la vita continua dopo questo tsunami. Dovremo riprendere l'attività e il calcio è un collante sociale a cui far ritorno il prima possibile. Credo che questa pandemia potrebbe lasciare un segno nel farci capire quanto sia importante un principio di unità, compattezza, anche di fratellanza. Se domani il mondo del calcio ad ogni livello, anche Uefa o Fifa, dovesse risvegliarsi con l'idea di privilegiare il proprio orticello o gli interessi economici sarebbe un pessimo esempio. Dobbiamo concentrarci sulla dimensione reale del nostro mondo. Mi auguro che la pandemia possa lasciare questa traccia di positività in tutti noi. Sarebbe da irresponsabili se domani ciascuna delle 55 federazioni dovesse portare avanti un'idea egoistica del proprio orticello".

Traguardo difficile, considerando che ci sono così tante teste da mettere d'accordo. "Noi chiederemo uniformità - dice ancora Gravina - ma credo ci sia già questo orientamento. Bisogna tenere conto dell'atipicità di alcuni campionati e delle condizioni già fissate. Ci sono differenze, condizioni soggettive ed oggettive molto diverse. Basta pensare a promozioni e retrocessioni, all'organizzazione dei diversi campionati nei vari Paesi. Questa deve essere un'altra riflessione per uniformarci a un progetto unico di organizzazione dei campionati".

Difficile, almeno in Italia, che lo sport possa riprendere davvero il 3 aprile, ma i contatti con il governo sono frequenti non sono in materia di date. "Stiamo affrontando un tema dove non abbiamo oggi i riferimenti di certezze per programmare - afferma ancora il presidente federale -. Navighiamo a vista in un clima di nebbia assoluta. Abbiamo dei riferimenti da ordinanze che ci portano al 3 aprile. Sono convinto che sia una data troppo vicina per ricominciare nelle attività sportive ed economiche del Paese. Non a caso ho parlato di una ripartenza per noi ai primi di maggio, ma anche quella è una data del tutto teorica. Dobbiamo andare avanti di giorno in giorno dandoci dei riferimenti di date per non correre il rischio di essere impreparati. Con molta onestà abbiamo chiesto e mi auguro di poter ottenere il rinvio degli adempimenti fiscali. Mi sembra che siamo riusciti ad entrare nella prima bozza come settore in un'area di crisi. Il mondo dello sport è importante per il Paese. Quello che chiederemo a breve è, partendo da una certificazione di forza maggiore, di applicare al mondo del calcio una serie di strumenti. C'è molta sensibilità e devo ringraziare i ministri Gualtieri e Spadafora che seguono le nostre criticità. Adesso dipende anche da noi. Il coronavirus colpirà tutte le società di calcio. Noi dobbiamo puntare alla tenuta del sistema dello sport italiano e lo possiamo fare anche alla collaborazione dei nostri stakeholders principali. Chiamare a un senso di solidarietà anche giocatori e allenatori che in questo momento possono dare una mano per rendere il nostro mondo più forte e omogeneo per ripartire con grande entusiasmo".

Nel finale dell'intervento Gravina torna sulle possibili formule per chiudere la stagione. "In questo momento non sono in grado di escludere nulla. Dobbiamo cercare di programmare con l'idea più ottimistica, che è quella di portare a termine i campionati. Non escludo nulla tant'è che tra le ipotesi ho citato anche la non assegnazione o l'assegnazione con il congelamento delle graduatorie e se abbiamo tempo anche di un ricorso a playoff e playout. Oggi capisco che c'è attenzione e curiosità per stabilire i punti di caduta finale dei tornei, ma oggi nessuno è in grado di stabilire il nostro domani rispetto alle condizioni attuali. Quando poi ci raffrontiamo col resto d'Europa si genera ancora maggiore preoccupazione. Siamo responsabilmente convinti che i tornei vadano definiti, se non sarà possibile adotteremo ogni possibile decisione. Se questo dovesse portarci al campionato 2021 non è escluso che il campionato venga bilanciato su due stagioni. Ci sono diverse ipotesi. Noi ora dobbiamo pensare a tanta gente che sta soffrendo, è anche imbarazzante parlare di questi temi quando ce ne sono di maggiore interesse per il Paese ma noi dobbiamo dare delle speranze perché questo aiuta molte persone a vivere un momento di spensieratezza. Coppa Italia? Non ne stiamo proprio parlando, come avrete notato. La affronteremo più in là. L'abbiamo accantonata perché diamo priorità ai tornei"

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 16 marzo 2020 alle 09:44
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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