Consueto appuntamento con 'Inter Nos', negli studi di Inter Channel e questa settimana l'ospite della trasmissione del canale tematico nerazzurro è Eder. L'attaccante ex Sampdoria si sottopone alle domande dei tifosi nerazzurri e nel suo racconto inizia con il ricordare quale è stato il suo trasferimento a Milano e i suoi ricordi di infanzia legati all’Inter e al suo arrivo in Italia: “Conoscevo già il nostro campionato, arrivare nella famiglia dell'Inter è stato facile perché tutti mi hanno trattato bene. Non solo i compagni ma anche tutte le persone che lavorano qua. In questi 11 anni in Italia sapevo della grande storia dell'Inter per averla anche affrontata tante volte. Giocandoci ho scoperto ancora di più la grande organizzazione, i tifosi in tutta Italia e nel mondo. Arrivando in una società come l’Empoli mi sono adattato subito a questo Paese che assomiglia moltissimo al Brasile, poi lì era come vivere in una famiglia, proprio come qui.. Il mio idolo da bambino era Ronaldo, il Fenomeno, uno dei più forti di sempre, purtroppo non l’ho conosciuto quando è venuto a San Siro, è un grosso dispiacere. Sono cresciuto vedendolo giocare.

C’è spazio anche per una curiosità legata al soprannome: "Papà era appassionato di calcio, quando ero ragazzino mi portava a vedere il Vasco da Gama di Eder e mi raccontava dei suoi gol. Era un giocatore veramente forte. Forse papà aveva ragione vista come si è evoluta la mia carriera in questo mondo”.

L’arrivo all’Inter è strettamente legato alla volontà di Mancini: “Ad agosto ero vicino, ma non si è concretizzato nulla. A gennaio c'erano tante voci, anche qualcuna dall'Inghilterra. Quando ho saputo dell'interesse dell'Inter non ho avuto il minimo dubbio. Ad un certo punto temevo sarebbe saltato anche questa volta il trasferimento. Vivere il mercato da protagonista non è facile perché ti prosciuga mentalmente per la sua lunghezza e per la componente legata alla concentrazione. Arrivando dentro questo club ti rendi conto di come la percezione che ne si ha dall’esterno sia più piccola della realtà, perché qui c’è un ambiente fantastico. Con il mister mi trovo bene, è un allenatore che tiene tutti sulla corda, tutti dobbiamo stare bene ed essere sempre pronti perché lui dà opportunità a tutti. Per lui parla la carriera, quello che ha fatto e quello che ha vinto”. Il focus si sposta sullo spogliatoio: “Mi trovo bene con tutti, è normale avere un rapporto migliore con i brasiliani, ma con tutti mi trovo a mio agio. Mi hanno trattato sin da subito al meglio, mi hanno accolto in questa che è una grandissima famiglia. Ad esempio io sono in camera con Nagatomo e lui sin da subito mi ha fatto sentire a mio agio durante i ritiri. Nonostante i legami, comunque parlo sempre italiano in campo“.

"Alla Samp ho giocato ovunque in attacco - prosegue l’attaccante spostandosi su argomenti più tattici -, quindi penso che devo solo adattare e capire i movimenti, ma posso essere in grado di fare tutti i ruoli, sono sempre a disposizione del mister. A livello tattico ho imparato da tutti gli allenatori perché ognuno applica un metodo diverso. Negli ultimi anni ho dovuto affrontare tanti difensori ottimi, ma il più difficile da superare è stato Thiago Silva". 

Piccolo ricordo personale anche sul Frosinone in cui Eder ha militato e sulle altre squadra di cui l’italobrasiliano ha vestito la casacca: “Quando sono arrivato lì non sapevo nemmeno dove fossi arrivato, ma loro mi hanno sempre trattato bene. Col presidente Stirpe ho un ottimo rapporto e ringrazierò lui e tutta quanta la città per lo spazio concessomi. Se oggi sono qui è tanto merito suo perché ha creduto in me. Sia loro che l’Empoli avranno un posto speciale nel mio cuore. Cesena? Forse è stato il posto in cui mi sono ambientato di meno. Eravamo una squadra impostata per Giampaolo, ma la vecchia guardia gli remava contro e poi sono stato ceduto alla Sampdoria. Sinisa mi ha dato moltissimo, lui è arrivato in un momento difficilissimo e ha fatto un grande lavoro. Mi ha fatto fare il salto di qualità durante il suo periodo alla Samp”.

Una parte dell’intervista è dedicata anche ai ricordi legati al mondo del calcio e si parte dalla rete all’esordio in Nazionale: “E’ stata una delle emozioni più belle mai vissute nel mondo del calcio. Era una partita nata male, poi complicatasi e quando Conte mi ha detto di scaldarmi io ero già molto ansioso, ma poi sono entrato e ho segnato il 2-2 e ho vissuto un’emozione davvero unica. Altri ricordi bellissimi nella mia carriera sono legati alla Sampdoria e sono sicuro che con il passare del tempo ne avrò di fantastici anche qui. Con Gabbiadini alla Samp abbiamo fatto un’annata bellissima e con lui devo dire che avevo un ottimo feeling in campo". 

Chiosa finale sulla scelta del numero di maglia: "L'ho scelto alla Sampdoria e mi ha portato bene, così l'ho tenuto anche all'Inter. Ho avuto anche il 7 ed il 17 in carriera, ma dalla Sampdoria in poi ho scelto questo".

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 14 aprile 2016 alle 21:40
Autore: Gianluca Scudieri / Twitter: @JeNjiScu
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