Prestazione convincente, nonostante tutto, quella dell'Inter di Mazzarri che supera il primo esame in campionato e interrompe la striscia di 5 partite senza vittorie ereditata dalla scorsa stagione. Il tecnico di San Vincenzo per tradizione non fallisce mai all'esordio e anche con l'Inter, all'impatto con San Siro, ha confermato il trend. E vincere, si sa, aiuta a vincere. E a crescere.

DRAGONHEART - Dieci anni non si possono cancellare, inutile provarci. E il popolo nerazzurro lo sa bene quando tributa a Dejan Stankovic un saluto concesso solo ai più grandi. Da quest’anno all’Inter mancherà un po’ di grinta, perché quella che metteva il serbo in campo non ha mai avuto eguali, anche quando il fisico lo stava abbandonando. E a Deki mancherà un pezzo di cuore, rimasto nello spogliatoio di San Siro. L’uomo derby per eccellenza ha regalato l’ultima prodezza ai tifosi saltando al coro anti-rossoneri. Non vale quanto un gol dalla distanza (chiedere ai cugini cosa si prova), ma è stato altrettanto impegnativo emotivamente. A presto, Drago.

UNDICI MEDIANI – Fino all’ingresso prima di Icardi e poi di Kovacic l’Inter ha stentato in fase offensiva, arrivando senza problemi fino agli ultimi 20-25 metri ma poi perdendosi nei meandri dell’organizzazione difensiva rossoblù. Forse ci si aspettava qualcosa di più nel primo tempo e qualche meccanismo va ancora oleato a dovere, ma l’agonismo messo in campo da tutti i nerazzurri è un piacere per gli occhi, di quelli dal sapore antico. Quasi mourinhano, senza cadere nella blasfemia. Persa palla, in due o tre si lanciano per recuperarla e anche gente tecnica come Palacio e Alvarez aggredisce il portatore di palla avversario con l’intenzione di soffiargliela. In attesa di vedere maggiore qualità di gioco, i tifosi possono essere soddisfatti: Mazzarri ha già ‘lobotomizzato’ i suoi giocatori.

TENTAZIONE – Brutto scherzo quello di Moratti e Ausilio prima di Inter-Genoa. Come se la partita non fosse già ampiamente gravida di contenuti, entrambi hanno aperto al possibile ritorno di Samuel Eto’o in nerazzurro. Parole pesanti, che invitano il tifoso a sognare anche se la realtà non è particolarmente suggestiva. Eppure qualcosa sotto c’è, definirla una boutade estiva ormai è fuori luogo. Non a caso il camerunese è stato avvistato a Milano. Coincidenza? La tentazione è forte, davvero forte.

ESTERN-AZIONI – Che per Walter Mazzarri il ruolo degli esterni sia fondamentale non lo scopre nessuno oggi. Non a caso entrambi partecipano così tanto alla manovra da andare persino in gol spesso e volentieri, la storia insegna. L’azione che ha portato al primo gol dell’Inter è sintomatica: cross di Jonathan, colpo di testa vincente di Nagatomo. In pratica, rete confezionata dai due laterali in campo, con tanti compagni nel cuore dell’area. Un messaggio anche per la dirigenza, che forse un altro tassello a destra dovrebbe consegnarglielo. Il mister saprebbe cosa farne, senza dubbio.

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 25 agosto 2013 alle 23:08
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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